Il Toro pronto a tutto per matare l'euro tabù

Europa League. Stasera il ritorno con l'Rnk Spalato (all'andata 0-0). I granata sono fuori da 20 anni

Il Toro pronto a tutto per matare l'euro tabù

Ancora senza Cerci, più in partenza che mai. Però il Toro ha in testa solo l'Rnk Spalato: al mercato ci si penserà nelle prossime ore, sapendo che sarà difficile trattenere il riccioluto sotto la Mole, vuoi per la corte di Arsenal e Milan e vuoi per il desiderio dello stesso giocatore di respirare l'aria d'alta quota. «Di lui si è parlato troppo - ha ammesso Ventura -. Non avrebbe la testa per giocare, aspettiamo la fine delle trattative e poi vediamo».

Per una volta, i tifosi non mugugnano: troppo concentrati su un appuntamento storico per pensare a chi non scenderà in campo. E a chi dice che l'Europa League interessa poco o nulla, la risposta arriva forte e chiara: stadio Olimpico quasi certamente esaurito, un paio di migliaia di biglietti ancora in vendita oggi e la volontà di esserci per assistere di persona al raggiungimento di un traguardo che in casa granata manca da marzo 1994, quando un gol di Adams a metà ripresa lanciò l'Arsenal verso la semifinale della Coppa delle Coppe. Da quel momento, il solo assaggio europeo fu l'antipasto dell'estate 2002, quando il Torino di Cimminelli superò il Bregenz ma venne eliminato sull'uscio della Coppa Uefa dal Villarreal. Stasera si vorrà andare oltre, ecco: «Credo sia esagerato definirla la partita più importante della mia carriera, ma sicuramente è importante - ha frenato Ventura -. Vogliamo proseguire il percorso iniziato in questi anni».

Si parte dallo 0-0 della settimana scorsa, quando il Toro si mangiò una serie di gol fatti dovendo però poi ringraziare anche il portiere Padelli per un paio di interventi mica semplici. Passare però da un campetto alla periferia di Spalato alla bolgia della Maratona dovrebbe aiutare la truppa di Ventura, pronta a chiedere a Quagliarella - stavolta in campo dall'inizio - i gol della qualificazione. «All'andata loro fecero un'ottima gara e sono per di più molto avanti nella preparazione. Noi siamo in una fase di rodaggio, accelerabile in caso di buon risultato: quando avremo raggiunto la coesione tecnica e mentale dello scorso anno, saremo ancora più forti».

Scherzare non si può comunque, visto il punteggio da cui si parte: nessun pensiero allora al campionato e alla sfida di domenica sera contro l'Inter, pure lei impegnata oggi ma già certa del passaggio del turno avendo chiuso i conti nel match di andata. «Abbiamo capito la lezione, sappiamo che non ci attende una passeggiata», butta lì Ventura. Il quale in attacco dovrebbe affiancare Barreto a Quagliarella, non potendo nemmeno contare sull'infortunato Larrondo.

Dal piccolo brasiliano con lo sguardo sempre malinconico arriverà magari la scintilla giusta, quella che lui stesso insegue per lasciarsi del tutto alle spalle tre anni a dir poco sfortunati tra infortuni, preparazioni estive saltate, squalifica per il calcioscommesse e rivali difficili da scalzare come Immobile o Di Natale.

Stasera toccherà a lui (quattro reti segnate finora nella sua esperienza granata cominciata nell'estate 2012) e metti mai che non riesca a bissare il gol realizzato nel primo turno dei preliminari agli svedesi del Brommapojkarna. «In Italia conta solo se segni, ma per me sono importanti anche altri aspetti del gioco». Buttarla dentro, però, rimane fondamentale per riannodare un filo spezzato vent'anni fa.

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