Nella nona tappa del Tour de France si sale fin dal chilometro zero: il Col de la Schlucht è la prima difficoltà, salita di 2° categoria lunga 11 km. Si va su irregolari, con pendenze dure alternate a tratti in cui la strada spiana un poco, e il terreno è perfetto per chi vuole tentare la fuga a lunga gittata. Dopo lo scollinamento, un paio di chilometri di falsopiano precedono la discesa, quindi si torna subito a salire, affrontando il Col du Wettstein (3° categoria), 8 km abbastanza pedalabili seguiti poi da una discesa lunga circa 20 km.
Giusto il tempo per tirare un po' il fiato, poi di nuovo salita: ecco la Cote des cinq Chateaux, altri 8 km dall'andamento irregolare immersi nelle foreste al confine tra Francia e Germania. Scenario identico nella salita successiva, la Cote de Gueberschwihr, leggermente più impegnativa. Siamo nella fase centrale della tappa e bisognerà tenere gli occhi ben aperti, poiché potrebbero nascondersi non poche insidie in queste due cotes di media lunghezza che presentano numerose curve e tornanti. Circa venti chilometri tutt'altro che piatti precedono il traguardo volante, collocato proprio all'inizio dell'ascesa più lunga della giornata.
Per la prima volta in questo Tour si incontra un Gpm di 1° categoria: la salita di Le Markstein, 10,5 km con una pendenza media che supera di poco il 5%. A due terzi dell'arrampicata si potrà tirare il fiato su un falsopiano in leggera discesa, poi la strada riprenderà a salire fino alla vetta; non si tratta ancora, però, della cima della montagna: c'è l'ultimo Gpm della tappa, il Grand Ballon, che arriva dopo altri 7 km di strada che punta all'insù. Chi ha ancora forza sufficiente nelle gambe, può approfittare di questo tratto per staccare gli avversari e prendere un po' di vantaggio in vista della discesa.
Dopo l'ultimo Gpm, la strada scende per circa 23 km, nei quali si incontreranno pochi tornanti e molte semi-curve, pane per i denti dei più coraggiosi. Altri 20 km separano la fine della discesa dal traguardo di Mulhouse, località che spesso è stata sede di tappa al Tour.
I big potrebbero dare il via alla battaglia nelle due salite finali, ma discesa e pianura prima dell'arrivo sono a favore dei ricongiungimenti.
Frazione disegnata apposta per fuggitivi che partono da lontano, animando la corsa fin dai primi chilometri.
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