Anche oggi, come ieri, tappa corta per il Tour de France: siamo sui 145 chilometri, però i metri di dislivello saranno circa 3300. I primi 65 km avranno ben poco da dire, tutta pianura fino a Bagnéres de Bigorre, con due Gpm di 3° categoria. Si tratta di strappetti o poco più; il primo è la Cote de Bénéjacq, 2 chilometri e mezzo con pendenza che non arriva al 7%. La seconda difficoltà è la Cote de Loucrup, appena più breve della precedente e un filo più impegnativa (2 km al 7%). A Trébons, proprio ai piedi della prima salita vera, è stato piazzato il traguardo volante odierno. Al chilometro 78 si approccia il Tourmalet, una fra le montagne storiche del Tour; la sua prima apparizione, nel 1910, valse agli organizzatori l'appellativo di "assassini" da parte dei corridori che dovettero affrontarlo.
L'ascesa è bella lunga, 17 km tondi tondi, e ad un avvio morbido, intorno al 5%, segue una fase centrale che si inasprisce progressivamente, fino a toccare il 10% di pendenza. Sino alla cima non c'è modo di prendere fiato, giacché si resta in maniera stabile sopra il 9%. Chi transiterà per primo in vetta, a quota 2115 metri, si aggiudicherà anche il "souvenir Jacques Goddet". Ad una salita lunga, non può non seguire una discesa lunga, e saranno 19 i km di picchiata che condurranno a Luz Saint Sauveur. Ostici i primi dieci chilometri, con pendenze significative e tornanti numerosi. Poi, verso il fondo valle, le cose si faranno più semplici. Prima dell'ascesa conclusiva ci sono altri 17 km di falsopiano che sconsigliano vivamente attacchi solitari.
Nei pressi di Ayros Arbouix comincia la salita finale, l'ultima di questa Grande Boucle. Hautacam misura 13 chilometri e mezzo, e per la prima metà si sale in modo regolare, con pendenze non troppo dure che si aggirano sul 6%. A partire dal settimo chilometro, però, la musica cambia decisamente e non si scende mai al di sotto del 10% se non per brevi tratti, con un chilometro che arriva a superare l'11%. La strada si addolcisce un po' nella parte finale, tornando alle pendenze di inizio salita (anche se nell'ultimo chilometro si torna all'8%). Se si vuole fare la differenza, le cartucce residue andranno sparate nella parte centrale, quella più impegnativa. Per gli scalatori non ci saranno altre occasioni.
La salita di Hautacam ha visto andare in difficoltà campioni del calibro di Indurain, nel 1996, e Pantani nel 2000. Era però il "Pirata" post-Campiglio, afflitto dai dubbi, perseguitato dai fantasmi e indebolito nella tenuta mentale prima ancora che nel fisico. L'ultima volta che si è giunti quassù fu un italiano a vincere, Leonardo Piepoli nel 2008. Le vicende doping però portarono alla squalifica del corridore pugliese e alla cancellazione del suo successo. Quest'anno lo stato d'animo dell'Italia è ben diverso: Nibali arriverà ad Hautacam in maglia gialla e - al netto di tutti gli scongiuri possibili - gli basterà controllare il rassicurante vantaggio in classifica.
Ben più aperta sarà la lotta per il podio, con tre corridori che si contendono due posti, più l'outsider Bardet non ancora tagliato fuori. Nessuno di loro va forte a cronometro, quindi su queste rampe si giocheranno un posto accanto a Nibali sui Campi Elisi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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