Il povero Chris Froome c'è rimasto male. L'inglese pensava ad un Tour de France da vincere. Ed, invece, si è ritrovato con un Tour da perdere. Anzi, nemmeno da correre. Poche cronometro e troppe salite che strizzano l'occhiolino a Vincenzo Nibali, l'ultimo vincitore che potrebbe tentare il bis. Il nuovo Tour de France si traduce così: pochi km a cronometro e tante salite. Il percorso (3350 km) della Grande Boucle 2015, in programma dal 4 al 26 luglio, partenza dall'Olanda, tappe in Belgio, ha caratteristiche ben definite: appena 42 km a cronometro, compresi i 14 iniziali della prima tappa di Utrecht, e ben 8 tappe di montagna, con 6 arrivi in salita. Una delle novità principali è rappresentata dalla conclusione: prima della passerella sui Campi Elisi sarà decisiva la frazione del 25 luglio: non una crono, ma i tornanti dell'Alpe d'Huez. La canonica crono a squadre sarà collocata nella seconda settimana: nella 9a tappa, 28 km tra Vannes e Plumelec.
Il Tour del prossimo anno sarà soprattutto montagna, 6 arrivi in salita, corsa aggressiva e molto esigente. Un'idea per Nibali che, infatti, ha sfogliato il percorso con occhio ingordo. «È un bel Tour. Mi piacerà ritrovare il pavè. C'è una solo crono individuale e c'è la cronometro a squadre che potrebbe essere insidiosa. La prima settimana si annuncia nervosa a causa del vento e del pavé. Poi, più avanti, le montagne decideranno la corsa. Le tappe che mi piacciono di più sono quelle di Plateau de Beille e dell'Alpe d'Huez, sono tappe storiche»
Altra faccia rispetto a nulla del deluso Froome che non ha fatto nulla per mascherarla. «Tante montagne e pochi chilometri a cronometro: non so se vado al Tour. Il Giro si adatta a me. Con la squadra, rifletteremo con attenzione prima di indicare a quale grande Giro parteciperò.
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