Grazie al bus lumaca ho perso il volo di mia figlia

Transenne ovunque, tutti obbligati a giri infiniti. La Brignone cade nelle prove della libera

Grazie al bus lumaca ho perso il volo di mia figlia

Caro diario, stamattina ho sbagliato bus e mi sono persa, cioè sono finita al park dello snowboard dove stavano per assegnare la prima medaglia di 'sti giochi (l'ha vinta un americano), ma a me non interessava molto. Io volevo andare al traguardo delle piste di sci alpino che erano là sotto, lontane nemmeno un chilometro, vedevo la strada e i bus che ci passavano, ma niente, impossibile farsi spiegare dai volonterosi ma incapaci volontari come aggirare le odiose transenne che qui separano tutto, il mondo olimpico da quello degli uomini liberi senza biglietto o accredito al collo. Avrei potuto tornare da dove ero venuta, risalendo una scalinata lunga e ripida sul ghiaccio misto a fango (nemmeno a parlarne!) oppure, quel che ho fatto, prendere un bus verso la vallata (nessuna fermata intermedia) e da lì risalire allo stesso posto con un altro bus, questo sì diretto alla zona di arrivo dello sci alpino.

Tra tutto, quaranta minuti di viaggio. Assurdo? Come no, ma questa è l'ordinaria vita olimpica di chi ha voglia di seguire dal vivo gli eventi. Stavolta però mi è andata bene, arrivando tardi alle prove della discesa femminile mi sono persa il volo di Federica (Brignone, mia figlia) che ha spigolato all'ultima porta e ha tagliato il traguardo a pelle di leone dopo «una limatina lunga 150 metri», come l'ha chiamata lei. Ci credete che sono qua da due giorni e non sono ancora riuscita a salutarla? Assurdo anche questo, ma non è davvero più il caso di pensare alle cose strane che succedono in questo stranissimo posto, la cui miglior definizione l'ho sentita da un collega: «Sembra un set cinematografico in fase di montaggio, ma appena pronto sarà già ora di smontare tutto».

Intanto le gare sono cominciate e dopo l'americano della tavola un oro l'ha vinto anche Marit Bjoergen, nella 7,5 + 7,5 km che ha aperto il programma del

fondo. La norvegese è a caccia di record: a Vancouver vinse 5 medaglie, qui può fare altrettanto se non meglio, in ogni caso gliene bastano quattro per diventare la donna con più medaglie olimpiche - invernali - della storia.

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