Ci sono. Meglio non scrivere ci siamo perché tra un mese domani Qatar Ecuador aprirà le danze su questo maledetto mondiale che ci vede, per la seconda volta consecutiva, osservatori estranei, ridotti a lucidare l'argenteria delle nostre quattro coppe. Sarà, dunque, il tempo di seguire gli stranieri della nostra serie A e sono molti, accentuando la schiuma di rabbia, ottantacinque a oggi, Juventus e Milan fornitori principali con 11 rappresentanti a testa, seguiti dell'Inter con 8 e via tutte le altre eccetto il Monza che non avrà nessun dipendente in campo. Il mondiale strozza il calendario, non soltanto il nostro ovviamente, lo fa per interessi pecuniari spacciati per una apertura a Paesi tagliati fuori dai grandi giochi. Se così fosse provoco e mi aspetto un torneo in Algeria o nelle isole Far Oer, sta di fatto che il Qatar ha fatto di tutto, sono morti migliaia di lavoratori all'insaputa della Fifa e delle varie federazioni alle quali interessa soltanto incassare il dovuto. La vergogna viene sepolta, assieme ai defunti, nel nome dello sport e del pallone che porta pace. Tra un mese capiremo quale tipo di libertà sapranno offrire i regnanti, già hanno consentito bevande alcoliche, la birra innanzitutto, anche perché c'è una ditta che sponsorizza la manifestazione e dunque gli emiri sono sensibili al dollaro, euro purché gonfi casse già abbondanti. L'Italia avrà tre uomini di football tra i partecipanti, trattasi di Orsato, Irrati e Valeri, chiamato, il primo a dirigere, gli altri due a gestire (di questo si tratta, se qualcuno non l'avesse ancora capito) il Var.
La serie chiuderà per umiliazione dal 14 novembre fino al 4 gennaio del Ventitré, cinquantuno giorni senza il calcio minuto per minuto, potremmo trastullarci con la serie B, pronti, convinti e sicuri che nel duemila e ventisei, in Usa, Messico e Canada, ci saremo sicuramente. O no?
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