Troppo Nole per Sinner In 3 set svanisce il sogno della prima finale Slam

Djokovic all'atto conclusivo per la nona volta Nessun break, l'italiano a lezione dal serbo

Troppo Nole per Sinner In 3 set svanisce il sogno della prima finale Slam
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Niente da fare. Jannik Sinner ha sbattuto ieri contro un muro, chiamato Novak Djokovic. Ci ha provato l'altoatesino (n.8 del mondo), impegnato nella semifinale di Wimbledon, prima volta in carriera per lui, ma il suo tennis così simile per idea a quella del serbo presentava tante piccole crepe e il "sabotatore" per eccellenza del circuito non si è lasciato pregare e si è imposto con il punteggio di 6-3, 6-4, 7-6 (4) in 2 ore e 47 minuti.

Una partita allo specchio in cui il campione nativo di Belgrado si è rivelato migliore, seppur non di tantissimo (10 punti in totale): dallo scambio da fondo campo alla lettura del gioco, soprattutto, nei momenti importanti. Nei primi due game della partita si ha uno spaccato di quel che seguirà: Jannik ha lasciato partire alcuni traccianti, costruendosi due palle break in apertura e il dritto l'ha tradito; nel secondo gioco lato destro assai deficitario per il classe 2001 altoatesino e prima palla break tramutata in realtà dal balcanico. Sinner ha gettato poi alle ortiche un'altra possibilità nel quinto game di ottenere il contro-break, perdendo per 6-3 la prima frazione.

Nel secondo set è andato in scena uno sgradito "copia&incolla" per il nostro portacolori: secondo game laborioso per Djokovic che non ha fruttato il break e nel terzo è stato Jannik a smarrirsi sempre con quel dritto che non funzionava. Lo spartito era abbastanza chiaro e al serbo bastava imbastire il suo tennis orizzontale di pura perfezione per provocare l'errore dell'avversario, privo di variazioni di sorta, costretto a tirare sempre più forte e a commettere errori. In questo modo anche il secondo set è andato in archivio sul 6-4. Nella terza frazione c'è stata una sorta di reazione d'orgoglio del giocatore italiano. Bravissimo a riemergere dalle 0-40 del terzo game, Sinner ha elevato il suo livello e ha espresso un tennis all'altezza di Djokovic, al punto da crearsi due chance per vincere il parziale nel decimo gioco. Ancora una volta, il muro di gomma serbo non ha dato scampo e il ragazzo di San Candido, privo di un piano B, non ha trovato il campo.

Al tie-break l'arte di giocare i punti importanti si è manifestata ancora da parte di Novak, che ha fatto calare il sipario sul 7-4. Via quindi al listone dei primati: 35ª finale in uno Slam, mai nessuno come lui, imbattibilità a Wimbledon di 35 partite e nono atto conclusivo in carriera sui prati londinesi. Numeri di un alieno. E ora finale annunciata con lo spagnolo Alcaraz (vittoria con un triplo 6-3 a Medvedev). Da par suo, Sinner si è espresso così: «Credo che il livello della partita di quest'anno sia stato più alto del quarto di finale dell'anno scorso.

Alla fine i punti di differenza tra noi non sono molti e sicuramente i 22 errori non forzati di dritto pesano, ma del resto non è facile giocare contro un campione come lui. Lascio Londra soddisfatto di quello che ho fatto e spero di giocare altre partite di questo livello per abituarmi a gestire meglio certe situazioni».

TV: oggi su Sky ore 14.30 finale donne Jabeur-Vondrousova

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