Questione di qualche ora, ma stavolta è l'Inter a giocare prima di Juventus e Milan. Se vince in casa del Torino, come possibile e molto probabile, contando i guai dei granata sommati alla già netta differenza di valori, per la concorrenza diventa non dura ma durissima. Del resto, nessuno ha vissuto una settimana ideale quanto l'Inter: riposo post vittoria sull'Atalanta e poi solo lavoro finalizzato alla partita di oggi. Niente straordinari di Coppa, nessuna fatica supplementare, tanto meno tossine e polemiche da eliminazione: quelle sono arrivate prima di Natale, già metabolizzate e trasformate in carburante da scudetto.
L'Inter non solo va, vola: 7 vittorie consecutive, miglior attacco del campionato, 2 gol subiti nelle ultime 9 partite, Juventus, Lazio, Milan e Atalanta battuti nel filotto che vale la fuga attuale. Su tutto, la figura accentratrice di Antonio Conte. Chiamato per vincere, è vicino a riuscirci, ma non diteglielo ancora, ché sennò s'inquieta. Voleva un'altra Inter e l'ha detto più volte, non solo l'anno scorso. S'è accontentato di questa e l'ha modellata al suo volere. E così, il totem Lukaku diventa faro della squadra e specchio di un'idea (25 partite su 26, 18 gol e 7 assist), ma anche il suo gemello Martinez si sintonizza sull'onda di Conte e ai gol che un attaccante deve segnare (già 13) somma un lavoro di copertura e sacrificio che a molti ricorda quello di Eto'o nell'Inter del Triplete. Anche se data la posizione, il paragone sarebbe più calzante farlo con Perisic, scaricato due estati fa, ripreso e tenuto controvoglia dopo la Champions vinta col Bayern, convinto una settimana dopo l'altra a un ruolo più operaio e ora punto fermo della capolista in fuga. Come Skriniar, che non amava la difesa a 3, non era amato da Conte, sarebbe stato venduto (se qualcuno, non solo il Tottenham, l'avesse comprato) e invece s'è trasformato in un asset da scudetto.
Farsi capire e ascoltare, se non proprio amare, che non è certo ciò che interessa a Conte. Farsi seguire. Questo vuole il tecnico e questo sta servendo all'Inter. E anche così che Barella è diventato una partita dopo l'altra il miglior centrocampista italiano. E Bastoni un difensore da Nazionale, come ce ne sono pochi altri. Tutti gli uomini di Conte, generale da scudetto che ha vinto 3 volte su 3 con la Juventus, 1 su 2 col Chelsea e sta per riuscirci al secondo tentativo con l'Inter. Sarebbe il quinto centro su 7, non male. All'appello manca solo Vidal, teoricamente il più contiano del gruppo e invece l'unica nota rimasta stonata nel coro. Chissà se dopo il menisco farà anche lui in tempo a riallinearsi al livello dei compagni.
Mentre emerge che Amadeus aveva provato a
inscenare il siparietto sanremese tra Ibra e Lukaku (no grazie, la replica del belga), contro il Torino, gioca ancora una volta l'Inter migliore possibile, con l'eccezione di Gagliardini, preferito a Eriksen per ragioni fisiche.
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