Twitter e le Olimpiadi di Londra

Denunce, lagnanze ed esclusioni ai danni degli atleti. Metà dei Giochi di Londra si giocano sulle tastiere, nei 140 caratteri di un cinguettio

Twitter e le Olimpiadi di Londra

Cosa ci rimarrà delle Olimpiadi di Londra? Impossibile ridurre i Giochi inglesi a un solo comune denominatore. Ma una novità segna di certo lo stacco con le edizioni precedenti. Non lo strapotere cinese, forgiato dalle coltivazioni di atleti cresciuti all'interno del Project 119, veri e propri allevamenti di talenti in fasce. Non le conferme, vedi alla voce Usain Bolt. Né le delusioni cocenti dell'Italnuoto più paparazzato. Ma lo strapotere - quantomeno la presenza ingombrante - di twitter, al centro di polemiche, esclusioni e denunce.

Un nuovo modo per seguire le gare, diverso dal commento dei professionisti. Twitter è questo ma anche altro. È ricettacolo di sfoghi, insulti gratuiti. Non solo, per carità Ma le parole dette sul web pesano tanto quanto quelle pronunciate nelle interviste. E da Twitter arrivano le minacce di denuncia, le cause che portano all'esclusione degli atleti e le lagnanze.

Un paio di esempi. C'è quella di Voula Papachristou, esclusa dai giochi per un tweet ritenuto razzista. "Con tanti africani in Grecia, le zanzare che arrivano dal Nilo occidentale almeno mangiano il cibo come a casa", aveva scritto, corredando il tutto con un paio di dichiarazioni a favore degli estremisti di Alba Dorata. E prontamente le è arrivato lo stop della federazione, che l'ha lasciata a casa prima ancora di mettere i piedi nell'Anglia Felix.

Ma il suo è solo il primo di una lunga serie di episodi con al centro il social dei cinguettii. C'è anche Michel Morganella, calciatore svizzera, escluso come la Papachristou per un commento poco opportuno sugli avversari sudcoreani, definiti "mentalmente ritardati". Un tweet che va ascritto alla categoria "la sconfitta brucia", dopo il 2-1 nel girone eliminatorio.

Per motivi diversi ha mollato Kim Collins, velocista di St. Kitts and Nevis. In polemica con il proprio comitato, l'atleta ha detto ciao ai Giochi su twitter, dopo un diverbio piuttosto acceso. L'accusa? Una notte con la moglie fuori dal Villaggio Olimpico. La risposta? "Per quelli che mi hanno visto correre in Messico, quella era l'ultima volta che ho rappresentato la mia Nazione".

Fin qui le esclusioni causa-twitter. Ma non mancano neppure le gentilezze in 140 caratteri che hanno portato alle vie legali. Il padre di Wojdan Shaherkani, judoka saudita, ha minacciato di denunciare chiunque insulti la figlia. Che contro la portoricana Melissa Mojica è durata 82 secondi. E c'è anche il tweet di un 17enne di Weymouth, che col tuffatore Tom Daley ha fatto uno scivolone notevole. L'accusa? "Hai deluso tuo padre". Peccato che Daley senior sia morto di cancro a maggio dell'anno scorso. E per l'adolescente è arrivato l'arresto.

Altrettanto curiosa la storia dell'egiziana Yomna Khallaf, che su twitter, un po' ingenuamente - ma forse neppure troppo - ha reso noto al momento che le divise olimpiche della sua delegazione erano tarocchi cinesi, che sullo stesso borsone avevano zip Adidas e megaswoosh

Nike. E c'è pure il nostro Magnini, che da twitter se l'è presa con tutto gli azzurri da piscina, nessuno escluso. Morale della storia, metà di questi Giochi si sta giocando sui campi. L'altra metà sulle tastiere Qwerty.

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