Ultrà della Juve contro la vedova Scirea: "Si tolga lei il cognome"

Prima l’ultimatum della vedova Scirea: "Basta cori beceri o tolgo alla curva il nome di Gaetano". Adesso la risposta durissima degli ultrà: "Si tolga lei quel cognome"

Ultrà della Juve contro la vedova Scirea: "Si tolga lei il cognome"

Prima l’ultimatum della vedova Scirea: "Basta cori beceri o tolgo alla curva il nome di Gaetano". Adesso la risposta durissima degli ultrà: "Si tolga lei quel cognome". È l’ultimo paradosso del calcio: nel nome di uno dei simboli del calcio pacato, elegante e moderato come Gaetano Scirea si è innescata una durissima polemica a distanza tra la vedova dell’ex campione, scomparso nel 1989, e gli ultrà bianconeri - firmata Drughi Ultrà Curva Sud - che hanno preso carta e penna e scritto una lettera al veleno nella quale insultano la signora e affermano che dovrebbe essere lei a rinunciare al cognome.

Un attacco in piena regola ribadito - a voce - anche in serata allo Juventus Stadium, teatro della partita di andata di Europa League contro la Fiorentina. "Mariella Cavanna, la Juve siamo noi", il coro intonato dalla curva Sud alla vedova prima dell’inizio della sfida. Ha preferito il profilo basso invece la signora Mariella. "Credo che la cosa migliore, l’unica di buon senso, sia il silenzio", le uniche parole di Mariella Scirea nel commentare la lettera degli ultrà. Nella missiva i Drughi attaccano Mariella Scirea anche sul piano personale ("Varcò la soglia di Montecitorio grazie alla sua condizione di vedova di un grande campione, non certo per le sue qualità e tantomeno per la sua preparazione") e ricordano che "i cori incriminati, cantati da tutti da più di 20 anni, vengono intonati a pieni polmoni anche nella Nord, solo che quel settore dello stadio è riservato ai Club Doc ed indovinate chi è presidente del centro coordinamento? Bravi, proprio la signora in questione che preferisce tacere per evitare di doversi dimettersi da un incarico evidentemente ben remunerato". Poi l’attacco più duro: "Accettiamo l’invito della signora e da ora in poi il cognome Scirea non identificherà più il settore più vero e sincero dello Stadium, ma anche lei facesse altrettanto tornando a farsi chiamare con il cognome da nubile: Cavanna".

Il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, bolla l’iniziativa degli ultrà come un’invasione di campo. "Penso sia naturale che in primis la signora Scirea voglia tenere alto il nome e l’immagine di suo marito che ha onorato il calcio italiano a 360 gradi con la maglia della Juve e dell’Italia", ha detto il numero uno della Figc aggiungendo che "c’è l’obiettivo della Federazione di un ricordare Scirea perchè ha onorato il nostro mondo come giocatore e uomo. Merita il massimo rispetto e questo dovrebbero ricordarlo coloro i quali hanno l’opportunità di essere in un luogo dello stadio che lo ricorda". Sulla stessa linea, un’altra colonna bianconera come Dino Zoff: "Si è superato ogni limite. Mi sembra si stia esagerando: penso che si debba chiudere qui e passare ad avere un comportamento più appropriato. La signora ha solo voluto mandare un invito ad abbassare i toni, invece è stato strumentalizzato. Lei è stata presa di mira ma voleva solo portare un clima diverso in curva, invece è stata presa come una sfida e non era certo sua intenzione. Adesso si è passato il limite di quella che era solo una provocazione 'bonaria'". Per Zoff non c’è alcuna recrudescenza del tifo. "Curva antagonista? È sempre stato così - chiude - magari adesso il clima si è appesantito anche per via del razzismo territoriale, ma lo sfottò c’è sempre stato.

Il problema è che poi qualcuno comincia ad esagerare. Per questo chiedo di ritirare queste affermazioni abbastanza pesanti e di considerare l’appello della signora solo come un modo per svelenire il clima e avere limiti di comportamento".

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