Per essere gli imbucati, come il ct azzurro Pozzecco ha definito i suoi ragazzi, non c'è male. Al punto che ieri ESPN ha spiegato che at this point, nothing can be taken for granted. Tradotto: «A questo punto, nulla può essere dato per scontato». Nemmeno che gli Stati Uniti battano l'Italia nei quarti di finale dei Mondiali di basket: l'appuntamento è alle ore 14,40 odierne (diretta RaiDue, Sky e Dazn), quando gli azzurri sfideranno quelli che per anni sono stati ritenuti gli inarrivabili giocatori Nba. Che sarebbero rimasti molto probabilmente tali se si fossero presentati nelle Filippine con i propri migliori giocatori, ma che invece si sono dimostrati battibili e/o comunque non invincibili: nel match che ha chiuso il girone precedente, la Lituania ne ha infatti messo a nudo tutti i difetti e la truppa di Steve Kerr (oggi coach di Golden State, da giocatore ex scudiero di Michael Jordan) si è così piazzata seconda guadagnandosi la sfida contro l'Italia. Gli Usa restano favoriti, sia chiaro, ma nello sport il mai dire mai ha sempre diritto di cittadinanza. «I miei ragazzi meritano questo palcoscenico le parole del ct azzurro Pozzecco -. Non abbiamo il pronostico dalla nostra, ma con loro è sempre così. Sfrutteremo le nostre caratteristiche migliori, ovvero la capacità di muoverci in campo e fuori come una famiglia, aiutandoci l'un l'altro. Fare paragoni con altre partite del passato è impossibile: ci aspetta un nuovo capitolo e non vediamo l'ora di scriverlo».
Pozzecco, peraltro, era in campo a Colonia il 3 agosto 2004 quando, in un'amichevole di preparazione ai Giochi di Atene, l'Italia ebbe la meglio sugli States 95-78 (Galanda 28, Basile 25): in panchina c'era Recalcati (oggi Senior Assistent) e l'attuale ct azzurro segnò 11 punti e servì 8 assist. Seguì l'argento olimpico e, insomma, l'idea di mettere a segno un'altra impresa dopo avere raggiunto i quarti iridati che mancavano da 25 anni stuzzica non poco l'ambiente italiano. Per quel che vale, i precedenti in gare ufficiali raccontano di 14 incontri e di due soli nostri successi tra Mondiali e Giochi Olimpici, dal 1960 al 2006: «Non partiamo battuti ringhia Dino Meneghin, sul parquet sia a Lubiana 1970 che a Quezon City 1978, quando fu l'Italia a imporsi -. Siamo una squadra che non molla mai, affascinante per come lotta: Ricci e Melli a rimbalzo, per esempio, sono straordinari». Per farcela, non dovremo banalmente sbagliare quasi nulla e, soprattutto, avere alte percentuali nel tiro da tre punti.
Tenendo d'occhio soprattutto due giocatori: Anthony Edwards, straordinaria guardia di Minnesota che viaggia a 20.2 punti di media (54% da 2, 35% da 3), e Paolo Banchero, fino a pochi mesi fa promesso sposo azzurro prima che il fascino della divisa a stelle e strisce e alcuni sponsor gli facessero cambiare idea.
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