È una VARgogna

A 7 anni dalla sua introduzione, il protocollo è da aggiornare. E serve maggiore discrezionalità e buon senso per gli arbitri

È una VARgogna
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Il Var è avariato. E non c'è dubbio che, a sette anni dalla sua introduzione, è già necessario variare il Var. Ma non tanto lo strumento, che nella maggior parte dei casi si è rivelato utilissimo, quanto il suo utilizzo. E qui ci riferiamo all'ormai famigerato protocollo che ha imbalsamato la tecnologia. Se il weekend aveva già scatenato una bufera, il posticipo del lunedì (Inter-Fiorentina) ha infatti rincarato la dose. Perché se sul fallo di mano di Darmian, come su quello di Gatti di sabato scorso a Como, non si può far altro che affidarsi all'interpretazione dei giudici di gara inevitabilmente opinabile come tutti i giudizi soggettivi , su situazioni oggettive come i fuorigioco e i palloni usciti dal campo non ci si può nascondere dietro questioni di protocollo, anche se l'errore è evidente quasi a occhio nudo.

Il caso dell'espulsione di Tomori per doppia ammonizione, conseguente a un fallo su un giocatore in posizione di fuorigioco non rilevata, e quello del gol dell'Inter, conseguente a un calcio d'angolo assegnato in un'azione che doveva essere interrotta perché la palla era già uscita abbondantemente sul fondo, sono i casi che ci trascineremo per un po' da questo lungo weekend. E in questo caso, pur volendo concedere agli arbitri tutte le attenuanti generiche, non ci si può nascondere che il Var applicato così non funziona. Se abbiamo uno strumento che finalmente può risolvere tanti casi controversi (come sta facendo dalla sua applicazione, a dimostrazione oltre tutto che la classe arbitrale sul campo sta generalmente peggiorando), non si capisce perché se ne debba limitare l'utilizzo solo per motivi burocratici. O, per lo meno, se non si vuole variare questo protocollo così ingessato, si conceda almeno agli allenatori il Var a chiamata, così da togliere qualsiasi alibi alle direzioni arbitrali. Persino qualche ex arbitro dei tempi ante-Var sta caldeggiando questa soluzione, che oltre tutto se applicata con chiamate contingentate, come avviene in altri sport non sottrarrebbe altro tempo alle partite. Almeno non più di quello che già si utilizza. Così i Palladino e gli Ibrahimovic, invece di monopolizzare la settimana con le loro lamentele, avrebbero già avuto sul campo la risposta. A torto o a ragione.

Insomma, serve che l'International board intervenga presto per

sanare situazioni così abnormi e paradossali, in attesa che magari si risolva tutto, anche nel calcio, affidandosi all'intelligenza artificiale, passando da Var a VarIA Col rischio che debba pensare anche a questo Elon Musk.

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