Fred Vasseur non ha ancora perso il suo abituale sorriso. Continua a distribuirlo per accompagnare le sue risposte in una quarantina di minuti di video call. Ma soprattutto non ha perso fiducia nella SF-23 e cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno. Beato lui. Perché bisogna essere davvero uomini di fede a credere nel progetto dopo le prime tre gare della stagione in cui si sono incassati 97 punti in meno della Red Bull, 39 in meno della Aston Martin e 30 in meno della Mercedes.
«Non ripartiremo da zero. Un po' perché con il budget cap e le limitazioni nell'uso della galleria non sarebbe impossibile, ma quasi. Ma soprattutto perché crediamo che ci sia ancora del potenziale da estrarre da questa vettura». Non avremo una SF-23 B, non ci saranno rivoluzioni, ma soltanto una corposa evoluzione di una monoposto che è ancora un po' misteriosa: «Non a Baku dove la pista è particolare, ma già a Miami e poi a Imola e Barcellona porteremo in pista degli sviluppi cercando di accelerare il programma già previsto all'inizio dell'anno».
Vasseur è soddisfatto del passo avanti visto in Australia. Un miglioramento sul ritmo gara che secondo lui non è dettato dalle condizioni della pista e dal fatto che le frequenti bandiere rosse abbiano rallentato i fuggitivi: «In Australia quello che non ha funzionato è la qualifica, quando non siamo stati in grado di estrarre tutto il nostro potenziale. Charles ha avuto un'incomprensione nel giro di lancio, una cosa di cui mi prendo io tutta la responsabilità. Carlos ha commesso un grande errore alla prima curva perdendo due decimi e non ha più recuperato con il tempo del primo tentativo nel primo settore sarebbe arrivato in prima fila. Dobbiamo lavorare per ottenere il massimo dall'auto in qualifica come aveva fatto Charles a Gedda. In gara invece abbiamo trovato una buona costanza e senza bandiere rosse il Gp di Sainz sarebbe stato diverso. In Australia il vantaggio Red Bull era minore grazie al fatto che i piloti hanno potuto guidare di più al limite. A Melbourne il problema non è stato il potenziale della macchina, ma il fatto che non siamo riusciti ad estrarlo tutto». Vasseur vuole trasmettere fiducia: «Credo che la direzione imboccata sia quella giusta».
Il risultato però è stato un doppio zero. E una frustrazione totale per i piloti. «Vi assicuro che il morale resta buono, incredibilmente alto per i risultati che abbiamo ottenuto. Che la motivazione e la voglia di continuare a spingere al massimo ci sono sempre. John e Benedetto (il presidente Elkann e l'ad Vigna), come me d'altronde, non sono soddisfatti, ma il nostro rapporto resta molto buono. Il mio compito è di tenere alta la motivazione e far spingere tutti nella stessa direzione». Carlos ha passato questa settimana al simulatore, Charles vi si dedicherà la prossima. Il cartello lavori in corso resta appeso fuori dalla Ges là dove l'anno scorso sventolavano già due tricolori, quelli delle vittorie in Bahrain e Australia. Vasseur trova che il gap sulla Red Bull sia minore dello scorso anno, almeno quando si parla di effetto DRS. «Ma lavoreremo anche su quello».
Intanto la Ferrari ha chiesto alla Fia di rivedere la decisione su Carlos in Australia, quella penalità di 5 che lo ha fatto scivolare fino al 12° posto: «Crediamo che possa servire parlarne, anche per evitare che cose così si ripetano con decisioni diverse per tanti incidenti in una stessa curva. Non essendoci in ballo il podio, non aveva senso decidere così in fretta senza ascoltare i piloti».
La Ferrari non ha gradito che con 8 macchine incidentate in quell'ultima ripartenza solo Sainz sia stato punito. Vasseur si lascia scappare un'altra critica alla Fia per la penalizzazione della Red Bull decisa nella passata stagione sulle ore in galleria del vento: «Troppo leggera. Non avrà effetto, anche perché i denari che risparmi lì, li puoi utilizzare altrove. E poi se avevi già preso un vantaggio spendendo di più in precedenza».
Bene invece la novità sul format della qualifica nei weekend delle gare sprint: «Siamo tutti d'accordo e dobbiamo approfittare della cosa rendendo più divertente il week-end. D'altra parte non è che chi segue il calcio va a vedere gli allenamenti del venerdì».
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