M i dichiaro: ho fatto un tifo mostruoso per due ragazzi fantastici, due atleti di prima grandezza: Vincenzo Nibali e Giulio Ciccone. Il vecchio e il bambino. L'uomo di ieri e di oggi, e quello di domani. Due ragazzi che mi hanno emozionato come da tempo non mi capitava. Vincenzo ci ha provato sul Mortirolo, ma manda in un angolo solo Roglic, non questo Carapaz, atleta molto forte. Poi c'è lui, Giulio Ciccone, un ragazzo di soli 24 anni, che vince una delle tappe più belle, passando per primo sul Mortirolo e lo fa e scusatemi ancora con la mia, nostra maglia: quella Mediolanum che premia il miglior scalatore del Giro. Ho fatto il tifo per questi due ragazzi con assoluta passione, sperando che uno riuscisse a guadagnare qualcosa anche sull'ecuadoriano, e l'altro che ce la facesse a vincere la tappa che strameritava. È andata bene, ma non benissimo.
Giulio ha vinto, e di questo sono più che felice. Vincenzo, invece, ha sempre alle calcagna l'ecuadoriano, e temo che lo Squalo abbia commesso l'errore di sottovalutarlo, esattamente come il sottoscritto, che ha sopravvalutato lo sloveno.
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