Giampiero Ventura resta formalmente sulla panchina della Nazionale, nonostante il suo contratto sia condizionato alla qualificazione alla fase finale di Russia 2018.
"Non mi sono dimesso perché non ho ancora parlato con il presidente Tavecchio", ha detto scuro in volto e facendo capire che è solo questione di tempo, "Quando non si ottiene il risultato è evidente che il responsabile è l'allenatore. Con la Federazione ci confronteremo e valuteremo il da farsi. Qualsiasi cosa verrà partorita verrà accettata. Chiedo scusa agli italiani per il risultato, ma non per l'impegno e la volontà. E' un risultato pesantissimo dal punto di vista sportivo, ero convinto di farcela. C'era una volontà feroce, ma il calcio è fatto così. Ci sono dentro da tanti anni. Sono orgoglioso di aver fatto parte del gruppo azzurro e di aver lavorato con grandi campioni e con altri che gli auguro di diventarloSono dispiaciuto, perché lo stadio oggi è stato qualcosa di unico e straordinario. Ringrazio il pubblico che ci ha sostenuto fino all'ultimo".
Ventura ha comunque provato a difendere il suo operato, smentendo ancora una volta le voci di dissapori e di fratture fra lui e lo spogliatoio, come dimostrato anche dallo screzio con De Rossi in panchina. "Non è così, perché altrimenti non si fanno 90 minuti con quella partecipazione. L'unica colpa è aver fatto due partite senza aver fatto un gol e avendone subito solo uno", ha detto il ct.
Sull'addio alla Nazionale annunciato da Buffon e De Rossi, per ora solo meditato da Chiellini, Ventura ha concluso: "Lo sapevamo, d'altronde la posta in palio era il Mondiale e mi dispiace".Dal canto suo, invece, il presidente della Figc Carlo Tavecchio si è preso dalle 24 alle 48 ore di tempo per esprimersi.
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