"Un vero maestro, il mio ricordo con lui in bici verso San Siro"

L'ex telecronista Mediaset Bruno Longhi: "Pochi appunti sul foglio. Ma era un gigante"

"Un vero maestro, il mio ricordo con lui in bici verso San Siro"
00:00 00:00

Medesimo nome: Bruno. Cognome con lo stesso numero di lettere: sei. Ma le affinità, più o meno «elettive», tra Bruno Pizzul e Bruno Longhi sono ben altre: amore per lo sport, passione giornalistica, competenza e signorilità.

La brutta notizia della morte del «principe dei telecronisti» («Ma quale principe - ci disse in un'intervista - sono solo un suddito del microfono») gliela diamo noi di buon mattino; e Longhi, per un attimo, rimane in silenzio. Poi un fluire di ricordi che hanno il sapore romantico di un'amicizia antica e il profumo di una professione ormai perduta.

Bruno Longhi, chi era per te Bruno Pizzul?

«Un maestro prezioso. Amante della convivialità. Uomo di cultura e buone letture, ma senza accademismi o pedanterie. Gioviale e sempre di buona compagnia».

Quando vi eravate sentiti l'ultima volta?

«Recentemente».

Come stava?

«La sua bellissima voce arrotondata si era un po' affievolita».

Pizzul avrebbe compiuto 87 anni dopodomani, tu ne hai 77. Però insieme vi siete ritrovati in mille viaggi.

«Quando ho cominciato a fare questo lavoro, Bruno era già lo speaker n.1 delle partite degli azzurri di calcio. E io pensavo: chissà se un giorno arriverò ai suoi livelli...».

Ci sei arrivato: prima a Telemontecarlo, poi in Mediaset... Si può dire che Pizzul stava alla Rai come tu stavi alle tv private. Analogie, fra voi, anche nello stile asciutto, ma mai banale.

«Da Bruno ammiravo l'eleganza e l'equilibrio nella narrazione. Caratterialmente era un generoso, disposto ad aiutare i più giovane e meno esperto di lui. Un gigante di umanità e modestia nonostante fosse il più bravo di tutti».

I suoi segreti: lessico perfetto e competenza tecnica. Altra scuola rispetto agli eccessi tragicomici di certi telecronisti di oggi...

«Equilibrio nell'eloquio e padronanza nella descrizioni del gioco gli venivano dai trascorsi come insegnate di lettere e calciatore professionista».

Da difensore (ruvido) aveva giocato nel Catania di mister Carmelo Di Bella a cavallo tra il '58 ed il '60, centrando una storica promozione in serie A. Ieri il sito Livesicilia lo ha onorato pubblicando una vecchia foto di Pizzul che al Cibali cerca di ostacolare la corsa di un travolgente Sivori...

«Si notava che Bruno amava profondamente il calcio pure perché lo aveva praticato in prima persona. E questo dava un valore aggiunto alle sue telecronache. Quando gli italiani rientravano in casa e come sottofondo captavano la sua voce, era chiaro che in tv stavano trasmettendo un match importante».

Quante volte vi siete trovati fianco a fianco tra campionati Europei, Mondiali e gare internazionali?

«Tante. Per essere efficace gli bastavano pochi appunti su un foglio. Bruno è stato per 16 anni la voce dell'Italia, dall'86 al 2002 e il cantore delle Notti magiche».

Un'immagine, insieme a lui, che terrai sempre negli occhi. E nel cuore.

«Noi due a Milano che in bici pedaliamo verso lo stadio Meazza».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica