Monsieur Verratti a Coverciano. Come dire: mi manda Neymar. L'italiano dei Campi Elisi, la mente del Psg che non ha nemmeno una presenza in serie A - e questa è una colpa del nostro calcio -, ma che adesso con Neymar si è messo in testa un'idea meravigliosa: portare Parigi sul tetto di Europa aggrappato alla coppa con le orecchie. «Con lui - racconta Marco - abbiamo qualche possibilità in più. A Parigi c'è un grande progetto, lui è venuto per portare la Champions a una città. Sì, vogliamo arrivare il più lontano possibile».
Il centrocampista abruzzese svela un aneddoto legato allo sbarco del fuoriclasse brasiliano sotto la Tour Eiffel: «Dani Alves me ne aveva parlato, ma io francamente ero scettico, non ci credevo. Invece poi Neymar ha scelto Parigi per riportarla in cima all'Europa».
La qualità di Verratti non è tema da discussione, la sua collocazione tattica invece lo è e pure tanto. Si riparte da lì. Il dubbio è sempre lo stesso, non cambia: trequartista o metodista? «Francamente non lo so A Parigi spesso inizio come metodista e finisco dietro gli attaccanti, c'è più libertà tattica. Mentre in Nazionale ognuno ha i propri compiti e devo rispettarli. Non ho capito se giocherò e dove giocherò. Prometto solo che darò il meglio di me, sono pronto». Verratti per analizzare meglio la questione fa un esempio: «Nel primo tempo contro l'Olanda, nel marzo scorso, mi marcava Strootman a uomo e mi sono trovato in difficoltà. Dopo in avanti si è creato più spazio per le punte e alla fine siamo riusciti a trovarlo».
Marco non ha capito se giocherà con la Spagna Siamo alla pretattica perché subito dopo ringrazia il Ct: «Sono molto felice che Ventura punti molto su di me». È normale, Monsieur Verratti non è uno a caso. Nell'estate delle trattative il suo nome, per una cifra non distante dai 100 milioni, era stato accostato sovente al Barcellona: «In Francia sui giornali la verità sembra non contare. Ogni mattina mi svegliavo e c'era una falsità. Poi ho parlato con la dirigenza del Paris Saint Germain e ho avuto tutto chiaro. Sto bene a Parigi anche se non so se rimarrò per tutta la carriera. Sono felice di far parte di questo grande progetto di calcio».
La sfida di sabato al Bernabeu è roba da dentro o fuori: «Ma non mi preoccupo perché di partite così ne ho giocate tante. Non abbiamo niente da perdere e il vantaggio è che non dobbiamo pensare. Davanti agli occhi abbiamo solo un'opzione: vincere». La Spagna evoca ricordi agrodolci per Verratti: «Da piccolo adoravo Xavi e ritengo Iniesta un calciatore formidabile.
La remuntada del Barcellona? Quell'esperienza non è stata delle migliori».Verratti il parigino si sta facendo grande e tosti sono i suoi obiettivi: vincere la Champions con Neymar e dare un aiuto alla Nazionale per un Mondiale da protagonista. Per la serie A dovremo aspettare.
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