Chi piange e chi ride, chi si barcamena e chi non si capacita. Lo sport italiano nei giorni di vacanza assomiglia al meteo di queste settimane: variabile, sole, nuvole, caldo torrido, fresco, tempesta. Forse ci ha risparmiato la grandine. Difficile capirci qualcosa. Mentre il calcio maschio racconta di mercato, stadi e tradimenti e quello femmina prova faticosamente a passare l'esame di maturità, gli sport vari, a un anno esatto dai Giochi di Parigi, alternano perturbazioni e schiarite. Il clima sportivo migliore, in vistosa controtendenza rispetto al brutale meteo reale, si è visto a Milano, alla MICo Arena, con i Mondiali di scherma che hanno confermato come la ricostruzione avviata dopo gli zero ori di Tokyo 2020 (ma era il 2021) fosse ormai realtà non più solo a livello europeo ma anche mondiale. Dieci medaglie, quattro ori, quattro argenti e due bronzi, senza quella del fioretto a squadre maschile che alla fine ha tradito, regalano fiducia in vista di Parigi. Per la verità, regalano anche dell'altro: un pretesto per sperare a tutti i politici e dirigenti sportivi più o meno coinvolti, più o meno grandi che in questo momento sono alle prese con gli imbarazzanti ritardi di Milano-Cortina 2026. Se i mondiali di scherma milanesi sono andati bene a livello organizzativo e di pubblico - dicono -, vedrete che andranno bene anche i Giochi e Milano completerà tutto in tempo. Una riflessione che si basa prevalentemente sulla proprietà transitiva della speranza, per cui indimostrabile. Anche perché la scherma è una macchina perfetta, la struttura ex fiera c'era già, e metter su qualche pedana è più semplice rispetto a trampolini del salto o piste di bob. Se la scherma ride o sorride, piange invece il nuoto. L'altro sport olimpico per eccellenza con l'atletica, torna da Fukuoka con due soli ori, uno nel fondo, staffetta mista, e uno in vasca nei 50 farfalla uomini.
Purtroppo, entrambe, specialità non olimpiche. Molto poco rispetto ai 9 ori di cui 5 in vasca e terza piazza nel medagliere di un anno fa a Budapest. Sempre in tema di sport vari, per fortuna la Ferrari non fa le olimpiadi. Oggi come oggi non si qualificherebbe.
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