Il mondiale di Formula 1 si sta trasformando in una sfida generazionale. Max Verstappen è il prototipo perfetto della Generazione Z. Pronto a fare le scarpe al campione che vecchio non è, ma ha pur sempre 12 anni in più. Il ragazzo venuto dalla playstation ha finalmente la grande occasione, quella a cui hanno lavorato mamma e papà ancora prima che imparasse a camminare. La quinta pole della sua carriera permetterà a Max di ripartire da dove si era interrotto il suo sogno a Baku. Aveva chiuso prendendo a calci la gomma floscia della Pirelli. Ha ricominciato, finalmente libero dalla mascherina anti Covid diventata facoltativa nelle interviste, coccolando la mini gomma che la Pirelli regala all'uomo in pole. Hamilton a casa ne ha cento. Non sa più che farsene. Per Max è solo la quinta pole della carriera. La seconda della stagione dopo quella dell'esordio in Bahrain quando in gara poi sbagliò l'attacco decisivo a Lewis. Finora le quattro pole lo hanno portato a due vittorie (Abu Dhabi 2020 e Brasile 2019). Una media del 50%. Troppo poco per fare una statistica. Ne ha di pole da conquistare per guardare Hamilton negli occhi.
Ma oggi al via del gran premio di Francia, terra solitamente di conquista per Hamilton e la Mercedes, non avrà timore a sfidare Lewis. Sa che alla prima curva, la più difficile di una pista colorata, ma noiosa, Hamilton ci proverà. Quest'anno se le sono già date di santa ragione un paio di volte. Il ragazzino non ha avuto rispetto per il vecchio campione. Gli ha mollato due spallate piene di rabbia e di voglia di rivoluzione. Non ha il timore e la timidezza dei giovani, quella forse non l'ha mai avuta, adesso in più ha l'esperienza necessaria per colpire nel momento giusto, per cogliere l'attimo. Sa che è inutile buttarsi sul sacchetto di patatine e strafogarsi. Può godersele un po' alla volta. Ha una Red Bull che oggi sembra davvero la macchina messa meglio, pure per la scelta di assetto più scarico, per vincere. Anche se poi la differenza l'ha fatta lui, visto dove è il suo compagno Perez (a 0455). Hamilton è migliorato molto sessione dopo sessione. Ma non gli è bastato. E sentirgli dire che spera nella pioggia non è un bel segnale. Forse ha ragione Marc Genè, collaudatore in rosso e seconda voce di Sky, quando sussurra che «Hamilton comincia ad avere un'età». Non da pensione sia chiaro. Ma quanto basta per cominciare a perdere la perfezione che ha accompagnato la sua carriera.
Anche in casa
Ferrari c'è stata una piccola rivoluzione. Sainz davanti a Leclerc per la seconda volta in stagione. Un caso, non il segnale di una svolta. E Charles comunque si è consolato con la vittoria del fratellino Arthur in Formula 3.
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