Chi non conosce il Vergani? Non il torrone cremonese ma Vergani Massimo, vicecomandante dei vigili a Seregno. È un ragazzone occhialuto di grande cuore interista, anzi di più. Vinto il derby il Vergani Massimo vigile è stato niente affatto urbano e ha messo giù, tipo verbale, una frase che così diceva: «Finalmente si ritorna nella posizione naturale di dominio sugli ebrei» con aggiunta di hasthstag «rossoneri ebrei». Raffinato il ghisa, che esibisce un diploma in lingue e una laurea all'Università, mica uno da zero tituli come direbbe il suo idolo Mourinho Josè.
Tra i vari idiomi di studio viene segnalato anche quello degli ultras ed è quello l'alibi, agghiacciante, con cui il dottor vigile ha voluto spiegare il proprio elegante pensiero: «Sono abbastanza colorito quando si parla dell'Inter, perché per me non è soltanto una squadra di calcio ma uno stile di vita. La sottocultura ultras sa benissimo che affiancare il soprannome ebrei ai milanisti non c'entra nulla con l'antisemitismo, con la Shoah e con la storia ma è soltanto dispregiativo, cioè persone poco affidabili».
Non gli è bastato il post, ha voluto stravincere con quest'ultima entrata a gamba tesa e lercia, dunque gli ebrei sono un soprannome e poi soprattutto poco affidabili. Non si è trattato di un errore momentaneo, dovuto all'eccitazione del derby, il Nostro si era già esibito dopo una partita contro la Fiorentina scrivendo «altro regalo agli ebrei». Farà carriera questo gentiluomo, la ciurma di ultras ha sempre bisogno di un simbolo, un eroe, una leggenda e poter contare su un laureato e poi addirittura vicecomandante dei vigili, riempie di orgoglio la curva degli ultras.
Purtroppo mi corre l'obbligo di informare il Vergani che uno dei soci fondatori della sua Inter e primo presidente del club fu Giovanni Paramithiotti, apparteneva a una famiglia veneziana di origini ebraiche. Un altro poco affidabile. Amalo.
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