
Dall'alto della sua grandezza ed eleganza, non smette di vincere e lottare per la sua Ucraina. Yaroslava Mahuchikh, stella mondiale dell'atletica, riparte per allungare la striscia di imprese. Dopo un 2024 sportivo sensazionale, adesso il suo sogno è poter gareggiare con la pace nel cuore. Con la sua Ucraina uscita dalla guerra. Senza più bombardamenti. Per poter tornare nei luoghi dove è cresciuta ed essere bandiera dello sport e dell'atletica del suo Paese. «Spero davvero che per i Giochi Olimpici di Los Angeles del 2028 potrò allenarmi di nuovo nella mia Dnipro. Questa speranza mi aiuta a essere in forma e a continuare il mio lavoro», racconta alla vigilia della prima tappa di Diamond League, che oggi riparte da Xiamen, in Cina.
Yaroslava, è il quarto anno consecutivo in cui gareggia in tutto il mondo mentre in patria c'è la guerra. Come affronta psicologicamente questa situazione?
«Dopo l'invasione russa nel 2022, pensavo che sarebbe stato più facile abituarsi. Ma ora capisco che invece è sempre più difficile».
Quante volte torna in Ucraina?
«Siamo sempre all'estero e possiamo stare a casa in Ucraina solo per due mesi. Vorrei allenarmi nella mia città natale, ma non si può».
A Dnipro la sua prima scuola è stata bombardata dai missili così come tanti altri edifici.
«Di fronte agli orrori della guerra non si può rimanere indifferenti. Nessun record mi può dare gioia mentre la Russia attacca il mio Paese ogni giorno, mentre uccide i nostri soldati e prende le vite di bambini e genitori».
Ad ogni medaglia un pensiero fisso.
«Sì, ovviamente agli eroi ed eroine ucraini per il loro sostegno. Molti hanno visto la finale dell'oro europeo ad Apeldoorn blindati in casa. Loro mi danno la forza».
Sente la spinta del suo popolo?
«Sì, in fondo anche noi atleti stiamo combattendo per il nostro popolo, per i nostri soldati. Vogliamo dimostrare a tutte le persone del mondo che continueremo a combattere, che la guerra in Ucraina non è finita, purtroppo. Dobbiamo lottare in ogni campo per dimostrare che l'Ucraina è più forte».
Il 2024 le ha portato in dote risultati straordinari. A Parigi l'oro olimpico, prima il record del mondo a 2.10 metri, un centimetro più in alto della bulgara Stefka Kostadinova e battuto dopo 37 anni.
«Ho capito quello che avevo fatto solo a ottobre, quando io e il mio allenatore siamo tornati in Ucraina e il Comitato Olimpico Nazionale mi ha nominato atleta dell'anno. Quel giorno, ho capito quanto tutto questo fosse stato importante per il mio Paese».
È vero che lei ha la passione dei libri?
«Sì, durante i viaggi ne porto sempre con me. Preferisco leggere quelli di carta. Mi piacciono le biografie. Al momento ne sto leggendo una sulla storia della famiglia Gucci».
Altra passione?
«Mi piace scrivere. Ho sempre molte penne e adesivi. Nel mio diario di allenamento, scrivo tutti i giorni».
Ha introdotto qualche novità nel suo salto?
«No, la rincorsa è già cambiata lo scorso anno. Per questo, sono convinta che posso migliorarmi ancora».
A Xiamen oggi ritroverà chi l'ha battuta ai Mondiali indoor di Nanchino, le australiane Olyslagers e Patterson.
«Dopo gli Europei ho avuto un piccolo
infortunio e non sono riuscita a saltare bene a Nanchino, dove ho preso il bronzo. Ma ora mi sento bene. La rivincita proverò a prendermela nel 2026, prima però l'obiettivo è vincere il titolo mondiale all'aperto a Tokyo».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.