Quella che sembrava una parità motoristica Ferrari-Mercedes (0,05% dalla pole), dal verdetto delle qualifiche, si è trasformata in una lieve prevalenza di Maranello in assetto da gara. Difficilissima da valutare, per l'eliminazione iniziale di Hamilton e per il ruolo delle gomme, con strategie influenti; ma ormai su un tema passato in secondo piano, dinanzi alla superba prova d'autotelaio, con geometrie e cinematismi di sospensioni da primato del Cavallino, nella tremenda gestione, con battistrada scorrettamente abbassati, sulla pista più esigente in assoluto. In ogni caso, siamo nell'area dei 1.100 cavalli e la soddisfazione italiana, per tanto successo, non richiede pesature da farmacista. Dopo tutto, le stesse velocità di punta, con Ferrari a 325,6 km/h e Mercedes a 321,6 km/h, hanno riequilibrato i livelli dovuti alle configurazioni aerodinamiche. E, con la contesa concentrata sull'utilizzo-pneumatici, il successo è stato indiscusso, tanto da poter affermare che, senza l'intralcio della Safety-car, il binomio Vettel-Ferrari sarebbe perfino riuscito vittorioso anche con un unico Pit-Stop, tanto è apparsa consistente la riuscita.
Comunque, è stato strategicamente opportuno sfruttare tale rallentamento, per disputare un finale incandescente in Soft, contro delle British-Mercedes in Medium. Anche se la lunghezza del regime di sicurezza ha fatto correre qualche rischio, per il confronto conclusivo con Bottas-Mercedes, che poi ha favorito il secondo posto finale a Hamilton-Mercedes.
Il successo della tecnica-Ferrari ha potuto estendersi su entrambi i due fronti della motorizzazione e dell'efficienza d'autotelaio, nel più difficile esame-pneumatici dell'anno. Un risultato molto soddisfacente, nella proiezione sulla seconda parte del campionato mondiale, densa di piste con prevalenza di ruoli motoristici.
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