Vlahovic, Lukaku, Ibra. A volte, per fortuna, i super bomber ritornano

Dusan ha cambiato volto alla Juventus, Romelu in netta ripresa e dallo svedese quante promesse

Vlahovic, Lukaku, Ibra. A volte, per fortuna, i super bomber ritornano

Un anno fa fece subito centro nella gara del debutto con la maglia della Juve. A distanza di 365 giorni la doppietta che di fatto segna un nuovo inizio con la Signora. Dusan Vlahovic ha dovuto aspettare quattro mesi - al netto del problema agli adduttori, la sosta per il Mondiale e la pubalgia - per tornare al gol. Quando vede il colore granata, il serbo sembra ispirato: l'ultima rete al Torino a ottobre, il ritorno nel tabellino marcatori contro la Salernitana martedì.

Già, il ritorno. E l'importanza di chiamarsi bomber. Vlahovic alla stregua di Lukaku e Ibrahimovic, assenze pesanti per il reparto offensivo delle milanesi. E se il belga lavora per tornare presto al gol, per lo svedese sarebbe intanto importante ritrovare almeno il campo dopo una stagione con zero minuti. Cosa che potrebbe avvenire a breve.

Al di là dell'orchestra perfettamente accordata da Spalletti, è evidente che numeri alla mano il contributo del centravanti Osimhen al Napoli sia stato decisivo: 16 reti in 17 gare e 1409 minuti giocati, considerando il mese di assenza per qualche acciacco fisico. Tanto che il patron De Laurentiis lo ha ufficialmente tolto dal mercato della prossima estate («il club non ha debiti e non ha bisogno di vendere nessuno»). Difficile riacciuffare l'attaccante nigeriano, ma il campionato italiano sta cercando di ritrovare gli altri big del reparto offensivo. In realtà, Vlahovic, quando presente, ha regalato alla Juve punti e prestazioni: almeno una decina per il classe 2000 a inizio stagione con 6 gol e 1 assist in soli 10 match giocati. C'è da chiedersi se con lui in campo i bianconeri avrebbero evitato quel passivo di 5 reti a Napoli. Di sicuro, ora che la Signora ha il fardello del -15, le reti del serbo sarebbero fondamentali.

Il bilancio è in rosso, invece, per Lukaku, ovvero il numero 9 dell'Inter che invece di occupare - come sarebbe stato normale in altre stagioni - le zone alte della classifica marcatori, è stato un desaparecido. Il belga, che con 24 gol era stato il trascinatore del gruppo scudettato di Conte due anni fa, non è stato più lo stesso dopo l'esperienza al Chelsea. Complici anche gli infortuni, ben dodici le gare saltate in A e un solo gol realizzato (ad agosto scorso contro il Lecce), oltre a un assist servito a Lautaro, nelle altre 9. I venti minuti nel derby con il Milan hanno mostrato un giocatore in buona condizione che certamente potrà tornare utile alla causa di Inzaghi nella parte conclusiva della stagione. Con lui in forma forse l'Inter avrebbe potuto ribaltare quello 0-1 incassato in casa dall'Empoli.

L'attesa è ora per Ibrahimovic. Operato al ginocchio il 25 maggio 2022 a Lione, il campione svedese è rientrato finalmente in gruppo. Un recupero provvidenziale per i campioni d'Italia che hanno patito l'assenza del 41enne Zlatan, dei suoi gol pesanti (8 nella passata stagione) e della sua leadership.

Oggi Pioli deciderà se inserirlo nella lista dei convocati per la sfida con il Torino anche se ieri ha svolto ancora un allenamento differenziato. Male che vada, sarà disponibile per la sfida di Champions del 14 contro il Tottenham. «Sono ancora il numero 1, torno e cambio la musica», così Ibra.

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