"Voglio riforme e più italiani Nazionale solo a chi la merita"

Primo giorno di Conte a Coverciano: "Balotelli? Non mando messaggi A me nessuno ha regalato niente"

"Voglio riforme e più italiani Nazionale solo a chi la merita"

Firenze - Primo giorno di scuola per Conte a Coverciano, ma quei banchi li conosce bene: «Che effetto... Sono entrato qui la prima volta 30 anni fa con l'Under 15 e adesso torno come ct, con grande entusiasmo. Voglio un'Italia orgogliosa, umile e cattiva. Non avrò preclusioni per nessuno, ma non farò nemmeno regali perché in vita a me nessuno ha mai regalato niente. In un frangente difficile per il Paese, voglio che torni in po' di amore per la Nazionale e sono felice che a Bari, per l'amichevole di giovedì con l'Olanda, siano stati già venduti 34mila biglietti».

Sereno, sorridente, con lo stesso carattere di sempre: in missione per la vittoria. Scherza, anche, tenendo - rigorosamente a taccuini chiusi e telecamere spente - un aggiornamento tecnico-tattico ai giornalisti per spiegare le sue idee e il suo calcio attento da sempre alla fase difensiva e aggressivo in attacco: un'ora di “lezione” davanti a un enorme blocco raffigurante un campo sul quale il ct spiegava e disegnava schemi con pennarelli rossi e blu.

Poi i messaggi, neppure tanto in codice, la sua era è cominciata con regole ferree. Tutti pensano a Balotelli... «Non devo mandare messaggi a nessuno. Chi merita di restare nel giro della Nazionale, ci resta. Non è detto che chi c'è oggi ci sia domani e viceversa. Io ho sempre faticato. L'importante è sapere come ci si deve comportare in Nazionale».

Il calcio italiano vive un periodo di decadenza, gli italiani sono pochi in serie A, solo 120 giocatori indigeni. É dura in questo modo rilanciare la Nazionale: «La situazione non è semplice. Ho visto squadre con zero italiani in campo dall'inizio e questo non facilita il mio compito. Abbiamo le prime 7 squadre di fascia alta che giocano con pochissimi italiani, anche le formazioni della Primavera sono zeppe di stranieri. È giusto che si facciano delle riflessioni, c'è bisogno che qualcuno metta me e le nazionali giovanili nella condizione di avere più calciatori italiani a disposizione. Mi hanno assicurato che saranno fatte delle riforme in tal senso. Ho fatto presente a gran voce questo tipo di situazione, ma è sotto gli occhi di tutti. Sono convinto che si debba e si possa fare qualcosa per migliorare. A me non piace tanto parlare, ma vedere i fatti. Perché se andiamo avanti così, c'è il rischio di diventare una brutta cosa».

Il primo giorno sul campo è stato in stile Conte: allenamento in parte defatigante e in parte tattico, giusto per cominciare a trasferire i concetti del suo calcio. Dei vecchi attaccanti del Mondiale l'unico superstite è Immobile: «Penso di aver convocato punte con determinate caratteristiche, con la predisposizione a giocare con due attaccanti. Al Mondiale c'era un solo uomo avanzato di riferimento: Balotelli. Su Cerci non c'erano riscontri calcistici, Insigne lo seguiamo, è un esterno più che una punta. Qualcuno ha detto che non c'è un titolare tranne Zaza, ma se tutte le squadre hanno stranieri in attacco che posso farci? Chi è qui può crescere, ci sono ragazzi bravi come Destro, Immobile, Zaza, El Shaarawy che può diventare un giocatore importante per noi. Osvaldo come sta? Daniel ha qualche problema agli adduttori, abbiamo preferito non farlo allenare. Se non sarà disponibile convocherò un altro».

Intanto ha già sostituito Paletta (lombosciatalgia) con Ogbonna

Anche per Conte la doccia gelata, contributo contro la Sla: «L'avrei evitata volentieri, ma c'è uno scopo: c'è bisogno di tanta ricerca e di tante donazioni».

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