La Vuelta 2014 si è rivelata la corsa del riscatto per i delusi del Tour, finiti tutti sul podio. Aru è stato una bella conferma, impossibile invece giudicare Quintana, fuori gioco troppo presto. Degenkolb rafforza il suo feeling con la Spagna, centrando quattro vittorie.
Contador 9,5 - Reduce dal ritiro al Tour, arriva a Jerez a fari spenti. Ci si interroga sulle sue condizioni, lui risponde conquistando la maglia roja nella crono di Borja. Non la molla più fino alla fine, vincendo i tapponi di La Farrapona e Puerto de Ancares. Non è il Contador che conosciamo, corre di rimessa, piazzandosi sulla ruota di Froome e infilzandolo due volte dopo lunga rosolatura, senza mai dare un cambio. Comunque è stato il più forte.
Degenkolb 9 - Con la Vuelta è vero amore: quattro vittorie di tappa, dopo le cinque del 2012, e maglia verde conquistata lottando con le unghie e con i denti. Negli sprint è il più forte e ora fa paura in ottica mondiale: l'uomo da battere potrebbe essere lui.
Froome 8 - Due i suoi limiti in corsa: la forma fisica (peggiore di quella di Contador) e la poca fantasia. Il suo modo di correre, fatto di "frullate" supersoniche, ha bisogno di una condizione al top per essere efficace, altrimenti diventa prevedibile e facile da neutralizzare. È ciò che ha fatto Contador, rimanendo sempre a ruota del britannico. Che però ci ha provato, e per questo va applaudito. Termina secondo, senza vittorie di tappa.
Aru 8 - Sbocciato al Giro, si conferma in Spagna. Rimane sempre accanto ai big in salita, battendoli due volte a San Miguel Aralar e sul Monte Castrove. Il quinto posto è un bel piazzamento, che lo lancia definitivamente come uomo da grandi corse a tappe. Un tarlo: se Contador e Froome avessero corso il Tour, il podio sarebbe stato suo e, chissà, forse pure qualcosa di più.
Valverde 7 - Nonostante il podio mancato al Tour, si presenta in buone condizioni fisiche e disputa una discreta Vuelta. Vince una tappa, indossa la maglia roja e alla fine chiude nei primi tre. Battezza Rodriguez come uomo da tenere d'occhio e ha ragione, tatticamente sbaglia pochissimo. Respinto in Francia, promosso in casa.
Rodriguez 5,5 - Arrivato con intenzioni bellicose, conclude con un quarto posto incolore. Sempre in difficoltà quando si fa sul serio in salita, fallisce anche l'obiettivo minimo della vittoria di tappa. Sul Puerto de Ancares ci prova, ma più per disperazione che altro. I grandi giri continuano a rimbalzarlo.
Quintana sv - Fuori dopo dieci giorni di corsa, quando era in maglia roja. Sicuramente sarebbe stato protagonista in montagna, e magari avrebbe reso più spettacolare la lotta, a dire il vero un po' monotona, fra Contador e Froome. Lo rivedremo al Tour dell'anno prossimo.
Uran 5 - Le ambizioni erano grandi, come Quintana e Aru aveva preparato questa corsa. Galleggia intorno alla quinta posizione, poi si ritira dopo una giornata di crisi che lo fa naufragare. Unico guizzo il secondo posto nella cronometro, alle spalle di Martin.
Cancellara 5 538em;"> - Un tempo alla Vuelta vinceva tappe, indossava la maglia di leader e lasciava il segno. Quest'anno è passato quasi inosservato, ritirandosi prima della fine. Uniche tracce il terzo posto nella crono e un altro terzo posto nella volata di La Coruña. Decisamente poco.
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