Che il momento sia delicato per il Milan non ci sono dubbi. Tra rifinanziamenti, debiti, mercato e la sempre più possibile esclusione dalla prossima Europa league. Se poi ci si mette anche il blitz milanese di Yonghong Li, che l'imprenditore cinese ha cercato di tenere segreto, allora ci sono tutti gli elementi perché il momento diventi anche caotico.
Un blitz senza riflettori quello dell'imprenditore cinese che però ha avuto poco a che fare con il Milan. Yonghong Li è stato a Milano da martedì a domenica mattina con famiglia al seguito, organizzando incontri nel suo albergo con tema la sua holding finanziaria di cui il Milan è soltanto indiretta, ma fondamentale, conseguenza. Poi si è concesso cene e passeggiate per le vie del centro e da lì, inevitabilmente, ecco che la segretezza è andata a farsi benedire. Eppure mister Li non è nemmeno passato da Casa Milan e, almeno ufficialmente, della società rossonera non ha nemmeno parlato se non nel corso di qualche colloquio telefonico con l'ad Marco Fassone che nei giorni milanesi dell'imprenditore non si trovava neanche in Italia (era all'estero, secondo alcuni voci più precisamente in Sudamerica per questioni di calciomercato, si vedrà).
Ma allora il Milan? Intanto mister Li ha pagato i 10 milioni di euro necessari per l'aumento di capitale. Entro fine mese dovrà arrivare la seconda tranche da 30 milioni per finalizzare l'aumento di capitale. Su questo non dovrebbero esserci dubbi, anche se il presidente si troverebbe adesso di fronte a due strade. La prima, quella che lui preferirebbe, sarebbe quella di trovare un socio di minoranza che possa portare liquidità nella società ma l'ipotesi è molto complicata e sembra che difficilmente sarà possibile trovare qualcuno. L'altra è quella di rifinanziare il debito, che il club ha con il fondo Elliott, cosa che non rappresenterebbe invece un problema. Di certo c'è che al fondo vanno restituiti 180 milioni entro metà ottobre e che la Uefa non è persuasa sul fatto che il rispetto degli adempimenti possa bastare come garanzia.
La stangata da parte di Nyon con l'addio all'Europa
league conquistata sul campo sembra infatti quasi inevitabile al momento e il fatto che il presidente non sia intervenuto direttamente per difendere la sua società getta ulteriori ombre sul futuro rossonero targato Cina.
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