Cinquantasette gol realizzati e 37 subiti in 38 giornate: è questo il magro bottino della Juventus di Massimiliano Allegri che con questo risultato si è riuscita solo a qualificare per la prossima edizione della Champions League. Dopo tanti anni la Vecchia Signora è rimasta a secco di titoli, con la stagione 2021-2022 che ha fatto sembrare "trionfale" quella passata dell'inesperto Andrea Pirlo in panchina. I numeri inchiodano il tecnico toscano che è assolutamente l'uomo in meno di questo campionato di Serie A.
L'arringa difensiva di Max
Allegri ha sempre tenuto un profilo basso in questa stagione ma la verità è che la sua Juventus con il monte ingaggi più alto della Serie A, con giocatori di livello e di esperienza (nonostate la partenza all'ultimo momento di CR7) e con un tecnico della sua esperienza ha disputato una stagione fallimentare sotto tutti i punti di vista. "Siamo arrivati alla partita con l'Inter dopo una discreta rincorsa - la sua arringa difensiva -. Magari non ci giocavamo lo scudetto, 83 punti non bastavano, ma 84 minimo. Perso con l'Inter, ottenuto il quarto posto, con infortuni e altro abbiamo giocato con 12 giocatori".
"Questi 70 punti sono un po' falsi, non dicono la verità sulla squadra. Come sapete, dopo uno sforzo fatto, viene a mancare un po' di questo. Sono un po' falsi questi 70 punti. Serve di più per tornare a vincere, serve fare più gol, giocare in altro modo. Non è che tutto quello che è stato fatto bisogna buttarlo, sarebbe un errore. Le cose buone vanno tenute, migliorare ciò che va migliorato", il commento finale di Allegri, che però ha fatto peggio dei suoi predecessori Maurizio Sarri (che vinse lo scudetto) e Andrea Pirlo vincitore delle due coppe nazionali.
La Juventus non chiudeva una stagione a zero titoli da ben 11 anni, dall'era Luigi Delneri. 20 vittorie, 10 pareggi e 8 sconfitte, 14 punti di distacco dall'Inter, 16 dal Milan campione d'Italia che con un monte ingaggi e una rosa sulla carta (e solo sulla carta) forse inferiori a quella dei bianconeri ha invece compiuto un piccolo miracolo sportivo.
Il suo ingaggio da 9 milioni di euro netti a stagione, poi, pesa ancor di più sul bilancio di fine stagione, visto che non è riuscito a dare gioco, identità e a portare risultati dopo i cinque anni gloriosi che portarono in dote 5 scudetti e due finali di Champions League. Servirà un'inversione di tendenza per passare dall'essere l'uomo in meno all'uomo in più per la prossima stagione bianconera.
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