Un avvio di settimana negativo per le principali Borse del Vecchio Continente. Sembra cadere nel vuoto l'intesa raggiunta durante il bilaterale tra la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy. Mentre in Italia lo spread sui Btp torna a oscillare sopra la quota psicologica dei 530 punti in una continua altalena che preoccupa seriamente il Tesoro, la Germania ha collocato sul mercato 3,9 miliardi di titoli di Stato a sei mesi con un rendimento negativo. A pesare sui listini del Vecchio Continente sono stati proprio i dati giunti dalla Germania. Se da una parte preoccupano il calo superiore alle attese della produzione industriale e il rendimento negativo registrato dai titoli semestrali collocati oggi, dall’altra il balzo del surplus commerciale può anche essere letto come un sintomo della relativa debolezza degli altri partner comunitara.
A tenere banco sono sempre le preoccupazioni per la crisi del debito, con lo spread tra Btp e Bund sempre oltre i livelli di guardia. In Germania l'interesse offerto è stato pari a -0,0122% con una domanda di 1,82 volte l’importo in asta. Secondo gli operatori, di Francoforte, "è ormai l’unico Paese in area euro percepito come sicuro e quindi sui titoli tedeschi viene parcheggiata la liquidità seppure questi abbiano un costo". A livello generale, c’è "una fame di titoli di stato quasi esclusivamente di breve o brevissimo termine". Dopo la conferenza stampa di Sarkozy e della Merkel, le principali Borse europee hanno ripreso leggermente fiato per poi rallentare nuovamente. L'indice Ftse 100 di Londra cede lo 0,66% a 5.612,26 punti, il Dax di Francoforte lascia lo 0,67% a 6.017,23 punti e il Cac 40 di Parigi mostra un ribasso dello 0,31% a 3.127,69 punti. A Madrid, l'indice Ibex perde lo 0,12% a 8.278,9 punti.
Chiusura di seduta in netto calo anche per Piazza Affari, trascinata all'ingiù dalle forti perdite di Unicredit e Monte Paschi. L’indice Ftse Mib segna un ribasso dell’1,67%, a 14.401 punti. Nel primo giorno di partenza dell’aumento di capitale da 7,5 miliardi il titolo è scivolato in chiusura del 12,81% a 2,28 euro. Scambi simili ai giorni precedenti: sono passate di mano 173 milioni di azioni, contro una media quotidiana dell’ultimo mese di Borsa di 164 milioni di "pezzi". Crollo nel primo giorno di contrattazione per i diritti dell’aumento di capitale: hanno ceduto il 65,42% a 0,47 euro.. Un vero e proprio sfacelo: negli ultimi tre giorni il titolo di Piazza Cordusio ha registrato un calo del 37% dopo la comunicazione al mercato del prezzo dell’aumento di capitale a 1,943 euro, valore che rappresenta uno sconto sul terp (prezzo teorico ex diritto) del 43%. L’operazione prevede, infatti, l’emissione di due nuove azioni per ogni azione posseduta. Sarà possibile esercitare i diritti fino al 27 gennaio.
Una nuova fiammata in apertura di settimana e il differenziale tra Btp e Bund tedeschi torna al centro delle preoccupazioni del Tesoro italiano. La tensione sul mercato dei titoli di Stato mantiene lo spread ben saldo sopra i 500 punti.
In apertura di contrattazioni il valore è arrivato addirittura i 531 punti base, con un rendimento del 7,17%, per poi assestarsi sopra i 525 punti. Una boccata di ossigeno che è durata davvero poco: nel tardo pomeriggio il differenziale è infatti tornato ad allargarsi attestandosi di nuovo a 530,02 punti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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