Spunti di città dietro vetri appannati

In mostra 25 tele che colgono gli aspetti serali della metropoli

Roberto Zadik

Emozioni, luoghi e atmosfere della Milano di tutti i giorni, catturate a colpi di pennello, in una serie di tele efficaci e al tempo stesso poetiche, realizzate da un artista che viene da lontano. Un ritratto urbano notturno e quanto mai realistico e suggestivo, firmato dal coreano Yoon Si-Young, milanese d’adozione e protagonista di «Milano dagli occhi a mandorla», rassegna in corso fino al 3 giugno alla galleria Previtali, via Lombardini 14. Una mostra organizzata da Lorenzo Valentino e curata dal critico d’arte Alessandra Redaelli. L’artista, nato nel 1959 nei dintorni di Seul, vive e lavora a Milano ormai dal lontano 1992 e nei suoi dipinti è riuscito a cogliere l’anima del capoluogo lombardo. E lo ha fatto attraverso venticinque lavori a olio, ognuno dei quali delimitato da un alone di color grigio simile a una finestra traslucida, a una sorta di schermo da cui è possibile osservare scene di vita quotidiana meneghina di vario genere.
Come la frenesia del traffico di corso Buenos Aires, rappresentata in «Luci notturne», il «Tram che si ferma», titolo di un altro suo quadro, che riproduce il mezzo arrestatosi sui binari, a poca distanza dalla Stazione Centrale, in attesa della salita e della discesa dei passeggeri e la magia notturna di via Brera illuminata dai lampioni, nelle immediate vicinanze dell’Accademia dove il pittore si è diplomato circa dieci anni fa. Strade e zone molto differenti tra loro, tra cui piazza della Repubblica immersa in una piovosa giornata autunnale, ma anche monumenti simbolo della città. Primo fra questi il Duomo, oggetto di un tributo solenne intriso di misticismo, il teatro alla Scala che, illuminato risplende in tutta la sua maestosità in mezzo alla piazza attraversata dalle macchine in corsa e la Galleria Vittorio Emanuele più che mai vivace e affollata.
Edifici e palazzi ma non solo. La mostra comprende anche una serie di opere figurative ricche di espressività e dalle atmosfere profonde e intimiste.

Come «Le Ballerine della Scala» in cui l’artista si sofferma sulla loro trepidazione prima di andare in scena, o il sensuale «Silenzio e movimento» e «Orchestra Verdi», che immortala gli strumentisti durante l’esecuzione di un brano utilizzando violini e violoncelli. Notevole anche «Dove sono io III» che rappresenta un gruppo di turisti europei e asiatici mentre ammirano e fotografano un monumento che ognuno di noi può immaginarsi come vuole poiché esso non appare nel dipinto.

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