La stagione verde del Vittoria

Il teatro Vittoria rilancia. E scommette su giovani, novità e produzioni internazionali. Lasciate alle spalle le due stagioni senza Attilio Corsini, caratterizzate da un comprensibile sbandamento ma premiate comunque dal pubblico, il teatro di Testaccio prova a ricominciare riproponendo una stagione che sembra una degli esordi. L’attenzione ai nuovi artisti è testimoniata dalla rassegna «Salviamo i talenti. Premio Attilio Corsini» che per la terza volta è prevista tra maggio e giugno del 2011 e dalla messa in scena dello spettacolo vincitore di questa edizione 2010 (dal 22 marzo al 3 aprile). Ma anche il debutto del Centro di Drammaturgia permanente che crea al Vittoria il laboratorio dove quaranta attori e sette autori faranno esercitazione di recitazione e scrittura fino a realizzare due spettacoli che apriranno la stagione 2010/2011 sottolinea l’attenzione della Toniolo alle novità.
Segue in cartellone un gradito ritorno: «Il caso Majorana» (dal 12 al 31 ottobre), lo spettacolo che si avvale della fresca regia di Marco Simeoli e che molto ha fatto discutere con la sua ricostruzione alternativa sulla scomparsa del fisico Ettore Majorana.
A sottolineare, invece, lo stretto legame tra il Vittoria e l’Urbe ecco una produzione del teatro che vuole puntare tutto sulla romanità: «La maschera sur grugno» (in scena dal 30 novembre al 19 dicembre), una raccolta di oltre novanta sonetti di Gioacchino Belli sapientemente legati da Stefano Messina in un arco narrativo che sembra raccontare proprio la Roma di oggi. Uno spettacolo completamente nuovo, «Love machines», è proposto dai Kataklò che tornano (dal 21 dicembre al 9 gennaio) su questo palcoscenico con una produzione incentrata sulle macchine di Leonardo da Vinci. A seguire (13 gennaio-6 febbraio) la compagnia di Attori & Tecnici al gran completo nel classicone «Trappola per topi» di Agatha Christie, lo spettacolo più rappresentato nella storia del teatro.
Una novità e allo stesso tempo una scommessa è portare a Roma (dall’8 al 27 febbraio) il clown dei clown, David Larible con uno show che punta a coinvolgere trasversalmente un pubblico di tutte le età. L’attesa maggiore, però, è per il nuovo spettacolo di Paolo Rossi che dopo un giovanile debutto torna a calcare le assi del Vittoria dal 1 al 20 marzo. Lo fa con «la sua umile versione pop» dell’opera che valse a Dario Fo il premio Nobel, «Il mistero buffo», rivisitato e attualizzato. Così uno dei capolavori del teatro contemporaneo torna in scena con una giovane regista, Carolina De La Calle, che ha accettato la sfida, e una scenografia scarna e essenziale: una nave, un palco alla Commedia dell'Arte, un musicista e un tavolino.


A chiudere la stagione ci sono due compagnie giovani che, però, si confrontano con la rivisitazione dei classici: «La locandiera» (5-17 aprile) con l’adattamento di Jurij Ferrini e «Il Cirano di Bergerac» (3-15 maggio) nella collaudata versione di Corrado D’Elia in scena ininterrottamente da ben quattordici anni. Non resta che augurare buon divertimento.

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