«Ancora sette giorni e lo sbianchiamo il giaguaro». Così domenica a Milano Pier Luigi Bersani. Che qualcuno lo avverta: il felino col quale ha a che fare è un giaguaro «melanico» e quindi all'apparenza nero. Assai più difficile da sbiancare del fratellone.
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Prodi ha detto che i suoi «amici africani» si chiedono perché Bersani ce l'abbia tanto con i giaguari. Il professore non sa che i giaguari non stanno in Africa, ma nell'America centro-meridionale. Non ne azzeccano una nemmeno in tema di animali!!
Giuseppe Metelli
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Mauro Della Porta Raffo pone una questione di mantello e di colore. Giuseppe Metelli - il cui parere è condiviso, in una lettera, dal mio amico Albano Tieghi - pone invece una questione di habitat. Non dubito dell'affermazione secondo cui il nero giaguaro di cui tanto si parla nasce e si moltiplica - cacciatori permettendo - solo nell'America centromeridionale. Questo almeno avveniva in passato. Ma col tempo le cose cambiano. Ormai Bersani sa che in Africa non c'è traccia di giaguari, né di giaguaroni. E tutti sappiamo che da alcuni anni il giaguaro si è insediato in Italia. C'è riuscito, dapprima, grazie alla famosa battuta «sei amico mio o sei amico del giaguaro?» e ha poi confermato la sua penetrazione grazie all'oratoria immaginifica di Bersani. Il quale, tra giaguari e bambole, dà qualche volta l'impressione di snobbare gli umani. I richiami al giaguaro, agile felino, da parte dei politici possono contenere una constatazione e un monito.
Una constatazione perché nei balzi spregiudicati e nel conquistare le prede ossia le poltrone, i politici battono alla grande ogni belva. Un monito perché vorremmo tanto che l'amministrazione pubblica, affidata alla Nomenklatura, non avesse più il torpore d'una balena malata ma, appunto, l'elasticità efficiente d'un bel giaguaro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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