Lo stile è un affare Armani: "I nuovi ricchi salvano l’alta moda"

A Parigi lo stilista parla di business e fa sfilare la donna perfetta. Dior trasforma l’arte di Klimt in abiti da sera

Lo stile è un affare Armani: "I nuovi ricchi salvano l’alta moda"

Parigi - Da un lato il sano pragmatismo del business, dall'altro quella sfrenata fantasia che per le sfilate dell'alta moda di Parigi è quasi un minimo sindacale. Chi vive di stipendio non può certo permettersi questi esclusivi modelli i cui prezzi oscillano tra 10mila e 300mila euro l'uno. Eppure la gente ricca da generazioni che Francis Scott Fitzgerald definiva The old money people sta riducendosi a un esiguo drappello. Si fa strada così una nuova teoria che gli antichi romani avevano già sintetizzato nel celebre motto pecunia non olet: i soldi non puzzano. «Al cliente non chiedo la fedina penale» ironizza Armani che ieri ha presentato una fenomenale collezione per la linea Privè destinata a piacere tanto alle felici proprietarie d'ingenti patrimoni di famiglia, quanto alle belle ragazze che per la prima volta possono entrare in atelier: fidanzate di oligarchi russi, mogli degli sceicchi del petrolio, oppure figlie dei nuovi tycoon d'Oriente le cui fortune sono spesso chiacchierate.

«La couture rinasce grazie ai nuovi ricchi», sostiene infatti un'inchiesta di economia pubblicata da Le Figaro sugli aumenti delle vendite nelle varie maison: più 40 per cento da Christian Lacroix, più 30 per cento da Givenchy mentre il fatturato complessivo di Dior è addirittura quadruplicato in dieci anni, cioè da quando John Galliano siede sul trono creativo della storica griffe francese. La sua indimenticabile alta moda per la prossima estate, in passerella sempre ieri a Parigi, era ispirata dal ritratto di Madame X (al secolo Amélie Gautreau, scandalosa bellezza ottocentesca) dipinto da John Singer Sargent nel 1884. Invece quella di Armani partiva dal surrealismo inteso come visione distonica della realtà per approdare in una favola moderna dove la plastica diventa elemento decorativo insieme con origami di tessuto, cascate di diamanti, ricami sontuosi e pura maestria. «Le donne che oggi si concedono questi lussi vanno anche al Bon Marché e nelle jeanserie - avverte Armani - sono profondamente diverse dalle sofisticate signore con i levrieri al guinzaglio da cui dipendeva la fortuna dei couturier. Sta cambiando il mondo e sarebbe assurdo non capirlo perché la nobiltà decaduta tiene lustro il blasone affittando le dimore avite, mentre i nuovi ricchi spendono e spandono con allegria».

Come un fiume in piena il più famoso dei nostri stilisti racconta poi di aver conosciuto Roman Abramovich, il cosiddetto miliardario della tundra cresciuto tra i gangster, padrone del Chelsea oltre che di un immensa fortuna. «Un gran bell'uomo molto simpatico» taglia corto prima di mandare in passerella 52 strepitose creazioni. Tra queste si ricordano in particolare i fulminanti abiti da cocktail decorati da innumerevoli matite ricoperte da fili neri e cristalli Swarovski, le lastre di vinile che sostituiscono le paillettes, una giacca in pitone goffrato che da sola strappa l'applauso e l'indimenticabile vestito da sera a dischi di chiffon rosso corallo in omaggio a Valentino.

La sfilata di Dior può essere definita come una galleria di capolavori da rimanere senza fiato, con il celebre Bacio di Klimt ricamato sul vestito da sera color rubino e una serie di tailleur a forma di uovo superbamente decorati da cristalli cangianti come la seduzione. In testa le ragazze avevano quasi sempre strepitosi cappelli in metallo, plastica e piume: come padelle rovesciate oppure paralumi portati via dal salotto di casa con un gesto divertente, non cretino. «Galliano è un genio della scenografia e dello spettacolo» commenta Armani e come sempre ha ragione.

D'altro canto il Gruppo Lvmh (Louis Vuitton Moet Hennessy) è riuscito a trasformare in un business colossale l'immaginazione allo stato puro.

E l'alta gioielleria Vuitton disegnata da Camille Miceli e dal cantante Pharrel Williams s'ispira al Codice da Vinci e ai simboli massonici con collane piene di corone diamantate che costano 420mila euro l'una e gli arcani della gnosi trasformati in orecchini, anelli o pendenti per chi si può permettere di tutto, di più.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica