Stop alle famiglie "omo", Sala e Pd scendono in piazza

Il sindaco di Milano: "Battaglia per il riconoscimento dei figli". Sabato sit-in davanti alla prefettura. I radicali: "Disobbedienza civile"

Stop alle famiglie "omo", Sala e Pd scendono in piazza

Si adegua ma promette battaglia. Beppe Sala ieri ha spiegato nel suo podcast quotidiano lo stop alle trascrizioni dei certificati di nascita dei figli di coppie omo, dopo la circolare inviata dal prefetto Saccone il 10 marzo e quella del ministro dell’Interno Piantedosi a gennaio. Il sindaco ricorda che la legge italiana «ad
oggi vieta le pratiche che permettono a genitori dello stesso sesso di diventarlo: la procreazione medicalmente assistita (Pma), permessa solo a coppie etero, e la gestazione per altri (gpa), vietata a tutti». Non esclude «che ci siano coppie milanesi, e ci sono, che abbiano un figlio riconosciuto da entrambi i genitori nel Paese estero dove il bimbo nasce, e non risulta riconoscibile da noi. Una discrasia».

Il Viminale ha richiamato la sentenza 38162 della Corte di Cassazione che a dicembre ha stabilito che i bimbi nati all'estero con maternità surrogata possono essere riconosciuti «solo con adozione in casi particolari» e non con la trascrizione all'anagrafe. A luglio sul palco del «Pride» aveva sfidato l'ex governo, annunciando la ripresa delle trascrizioni di nati all'estero. In 8 mesi sono state solo 17 (12 con genitori di sesso maschile e 5 di sesso femminile). Diciassette da allora anche i riconoscimenti di mamme non biologiche di bimbi nati in Italia, caso a cui il prefetto ha esteso lo stop. Sono rimasti bloccati 8 atti. Dal 2018 al 2020, i riconoscimenti della doppia maternità per figli nati con Pma in Italia sono stati 112. Tra riconoscimenti e registrazioni dall'inizio a oggi, 146 casi.

Da luglio «assumendoci la piena responsabilità - continua Sala -, e vista l'assenza di una specifica legge, abbiamo continuato a trascrivere gli atti di figli nati da due padri con ricorso a gestazione per altri praticata in alcuni stati esteri e dei figli nati da due madri con procreazione assistita praticata all'estero, sia nel caso di nascita all'estero che in Italia». La Corte Costituzionale «ha rivolto un forte monito al legislatore ad intervenire, perchè la legge oggi è carente». Ma dopo la sentenza della Cassazione e le circolari, ora «l'adozione in casi particolari diventa l'unico strumento, e appare oggi in Italia una via complessa e farraginosa, dovrà essere resa più rapida. Il legislatore dovrebbe a consentire con legge, come in Spagna o Danimarca, la registrazione di figli di coppie dello stesso sesso».

Prosegue per ora, «in attesa di un parere dell'Avvocatura dello Stato», la trascrizione di figli nati all'estero da due madri «anche se gli atti vanno trasmessi alla Procura». Spiega che «purtroppo» il Comune deve adeguarsi, «non posso esporre un funzionario comunale a rischi di natura giudiziaria». É «un passo indietro dal punto di vista politico e sociale», promette che «ancora più di prima» porterà «avanti questa battaglia» e seguirà «con massima attenzione ogni sviluppo normativo e giudiziario per ogliere ogni opportunità concreta affinchè continui il cammino di riconoscimento dei diritti e Milano sia protagonista». I radicali lo invitano a fare disobbedienza civile e «assumere la responsabilità delle trascrizioni, esonerando i funzionari».

Pd e associazioni Lgbt+ scenderanno in piazza sabato alle 15 davanti alla sede della prefettura in Largo 11 settembre 2001.

«Il governo attacca le famiglie omo ma noi resistiamo e scenderemo in piazza contro questa intimidazione - anticipa il consigliere dem e attivista Michele Albiani -. Inviteremo il sindaco Sala, Elly Schlein e Alessandro Zan a testimoniare l'impegno non solo a Milano ma anche in Parlamento».

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