
E sono 270, gli anni di attività! Nessuna Maison orologiera al mondo può vantare un simile primato, senza che la produzione sia mai stata interrotta. Vacheron Constantin è un brand che ha disegnato la favola artistica più pura e significativa dell'alta orologeria, interpretandola secondo i dettami storici, sociali ed estetici delle molteplici epoche attraversate, nel modo più coerente e, spesso, anticipandone codici tecnici ed espressivi. Il sogno di Jean-Marc Vacheron, quel 17 settembre del 1755, mentre attraversava a piedi il borgo di Saint-Gervais, a Ginevra, il quartiere degli artigiani, diretto presso lo studio del notaio Choisy, per assumere il suo primo apprendista (Esaïe Hetier) ed insegnargli tutti i segreti del mestiere, è andato oltre le più rosee immaginazioni. Duecentosettant'anni dopo, la Maison ginevrina è ancora pronta a scrivere il futuro di una storia che essa stessa ha iniziato, a far tesoro di un savoir-faire, distribuito su tutti, ma proprio tutti i metiérs d'art dell'orologeria, esercitati inizialmente nei celebri cabinet ginevrini (i laboratori di una volta), seguendo il motto di François Constantin (entrato in società il 1° aprile 1819), ossia: Fare meglio se possibile, cosa sempre possibile. Ad inaugurare celebrazioni che investiranno l'intero anno avremo modo di tornare sull'argomento molte volte, in questo 2025 -, la Casa, oggi diretta da Laurent Perves, nominato lo scorso 1° gennaio, ha scelto un modello, forse non tra i più noti, ma decisamente centrale nella configurazione moderna del brand, il 222. Interprete di una chiara tendenza del periodo, verso l'orologio di lusso, ma con una chiara connessione con l'universo sportivo, Vacheron Constantin aggiunse ad un segnatempo dalle linee tese e dagli angoli a vivo, un connotato d'indiscutibile eleganza, completato da un bracciale integrato. Lanciato nel 1977, in occasione del 222° anniversario della Casa, su progetto di Jorg Hysek (talentuoso designer tedesco, allora ventiquattrenne), con la referenza 44018, in oro da 37 mm, segnò una discontinuità nell'evoluzione stilistica della Maison. Figlio estetico del Turnograph del 1963 (pensato per la vita lavorativa) e del Chronomètre Royal di forma del 1975 (un urban watch), il solotempo con data 222, si contraddistinse per una cassa monoblocco (il movimento doveva essere incassato dall'alto), sormontata da una lunetta scanalata, impermeabile fino a 120 metri e dotata del performante calibro ultrapiatto 1120, alta soli 7 mm: altri segni distintivi erano la Croce di Malta in oro incastonata al 5, in corrispondenza del tratto inclinato della carrure ad accogliere il bracciale integrato, caratterizzato da maglie esagonali di raccordo, assai moderne. Già ripreso, nella versione Jumbo da 37 mm, dall'edizione Historiques 222 in oro giallo, del 2022, è proposto ora in acciaio satinato con sfacci lucidi (7,95 mm di altezza), sempre Jumbo, con quadrante blu (sfere a bastone e indici a barretta applicati e luminescenti), dove il datario è più accentrato per far scorrere la scala della minuteria. Il movimento, a vista, è il calibro automatico di manifattura 2455/2, con rotore in oro giallo, operante a 28.
800 alternanze/ora, in grado di assicurare 40 ore di autonomia ed insignito del Punzone di Ginevra. Come osserva Christian Selmoni, Direttore Style & Heritage, il 222 descrive un design disordinato e, al contempo, dotato di carattere e forme strutturate.
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