Le storie di Alessio Mosca alla periferia della civiltà

Uno dei racconti di Alessio Mosca raccolti nel libro "Chiromantica medica" (nottetempo) è ambientato nella periferia romana di Spinaceto dove compare un Cristo contemporaneo

E va bene, non è un romanzo, anche se non si sa come mai (anzi, lo si sa: per ragioni commerciali) gli editori nascondano le raccolte di racconti dietro formulazioni ambigue sui risvolti di copertina. Sono racconti, appunto. Ma un filo conduttore c'è, in Chiromantica medica di Alessio Mosca (nottetempo). Questo giovane autore romano è un medico specializzando in Psichiatria. E dato che già ne vedrà di belle e di buone, non gli riesce difficile raccontare una realtà allucinatoria, cosparsa di personaggi e suggestioni che sembrano venire dalle pieghe di menti disturbate.

Ci sono diversi scenari, all'interno del libro. Uno legato alla città contemporanea, un altro alla periferia della metropoli, terra di mezzo, discarica della civiltà, un terzo che è come un'immersione in una natura teatro di riti pagani, arcaici.

Il primo racconto, Io odio l'Ikea, è l'identikit di un giovane romano di famiglia benestante ma decaduta, colto e inetto, che all'improvviso si rende conto di come il grande magazzino dell'arredamento scandinavo sia diventato un covo di bizzarri terroristi di matrice ideologica fascista, ma in procinto di effettuare un colpo di Stato per far salire al potere le donne. Per quanto paradossale, non manca la presa d'atto del rapporto maschi-femmine in Occidente. Formulate per essere satiriche, alcune opinioni dei suoi personaggi troverebbero largo consenso nelle schiere maschili odierne: «Gli uomini adesso sono sotto ricatto, un ricatto sessuale. Se non fanno come dicono le donne, possono scordarsi di scopare (). Il crollo del patriarcato non ha portato alla parità dei sessi... il patriarcato serviva solo a riequilibrare uno squilibrio naturale».

Nei racconti successivi troviamo una donna, una specie di strega da ricovero psichiatrico, che riproduce sulla propria pelle il sistema ipogeo degli etruschi. E poi, un atroce regolamento di conti nell'Agro Pontino; casi di superstizione e di culti dionisiaci in Abruzzo; un branco di sbandati nella periferia romana di Spinaceto, fra i quali si incarna un Cristo contemporaneo. Le pagine grondano di assassini, personalità deviate ed enigmatiche, mezzi maghi e mezzi ciarlatani.

L'ultimo racconto tratta di un rapporto padre-figlia, lui quarantaseienne, lei appena adolescente. Qui il tono grottesco è accentuato, con lui che deve vendere un'auto sportiva a un trans mostruoso e morbosamente legato alla madre. Nel frattempo, si accorge che la ragazzina tiene comportamenti equivoci su Instagram e Tik Tok. Il tono si fa via via surreale e disturbante, la domanda che il lettore si pone è: chi dei due è il vero perverso rispetto alla matrice di un mondo borghese che dovrebbe trovare rassicurazione nell'agiatezza economica? Non si può non provare sgomento di fronte alle inquietudini della «generazione z»: droghe, bullismo online e revenge porn, e soprattutto la sessualizzazione di ogni atteggiamento pubblico, per quanto mediata da uno schermo. Ma forse è solo così che si ottiene gratificazione, attraverso l'esibizionismo più spudorato, generatore di «like».

Siamo di fronte a pagine non sempre comprensibili. Alcuni giochi di rimandi appaiono arzigogolati. In un paio di occasioni viene tirato in ballo lo scrittore romano Giordano Tedoldi, uno sperimentatore molto interessante al cui stile l'autore sembra ispirarsi.

Ma i giri dei blog e delle riviste letterarie online, dove questo lavoro ha preso forma, non sono poi così interessanti, meglio che Mosca abbia affidato a un libro vero e proprio l'espressione di un sicuro e affilato talento di narratore.

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