Caro Simone,
non sto seguendo le Olimpiadi da appassionato ma da giornalista curioso nonché da fruitore dell'informazione il quale legge i giornali e vede i telegiornali, che ovviamente ci raccontano quello che sta accadendo a Parigi in questi giorni. Non sono interessato ad alcuna disciplina, se non alla scherma, essendo stato io stesso da ragazzo uno schermidore, non ad alti livelli agonistici, ma ammetto che me la cavavo piuttosto bene. Piccola curiosità: da bambino mi allenavo con Maria Luisa Trussardi, pure lei abile spadaccina. Dunque, posso dirti la mia sui giochi mondiali non da esperto ma da osservatore, ovvero da spettatore quale sei tu.
L'aspetto preponderante di queste Olimpiadi risiede nel fatto che è come se lo sport fosse passato in secondo piano. A prevalere su tutto è l'ideologia. E questo è accaduto fin dalle prime battute, ossia a cominciare dallo spettacolo di apertura, in cui sono stati dissacrati i valori cristiani mettendo in scena la rappresentazione dell'Ultima cena, mescolata ad elementi del politeismo greco, in cui a vestire i panni degli apostoli e di Gesù Cristo erano drag queen, ossia travestiti, se vogliamo adoperare la lingua italiana e non gli inglesismi. Ne abbiamo già discusso ampiamente, ne sono derivate polemiche, che non sono ancora spente, quindi non insisterò su questo punto, che meritava comunque di essere menzionato. La cerimonia di inaugurazione è costata, stando ai media francesi, la bellezza di 122 milioni di euro. Sai invece quanto è stato speso per pulire la Senna e consentire in tal modo agli atleti di nuotarci senza correre il concreto rischio di beccarsi qualche malattia o di trovarsi in acqua con topi e pantegane? 1,4 miliardi di euro. È servito? No, dato che le competizioni acquatiche che avrebbero dovuto svolgersi nel fiume sono state sospese per giorni proprio a causa dell'inquinamento idrico. Tanto sperpero di risorse pubbliche, troppo ideologismo, troppa moda del pensiero applicata persino allo sport, troppa inefficienza.
La cultura di sinistra ha voluto imprimere il suo marchio su queste Olimpiadi, che sono divenute le Olimpiadi delle contraddizioni. Ecco perché gli atleti sono costretti a dormire su scomodi letti di cartone, su materassi di plastica riciclata che procurano il mal di schiena, il cibo dicono che scarseggi nella mensa, tanto da rendersi necessario razionarlo, ma ciò che conta è ostentare ecologismo, inclusivismo e altre menate simili.
Questi sono anche i Giochi antifemministi per eccellenza, nonostante la sinistra proclami di combattere il sessismo. Le donne sono state escluse dalla cerimonia iniziale, dove hanno trionfato gay maschi e travestiti e, come se non bastasse, proprio oggi, giovedì primo agosto, a un campione di boxe algerino, tale Imane Khelif, uomo a tutti gli effetti, nato maschio e biologicamente maschio, come dimostra il test del Dna che ha rilevato la presenza dei cromosomi maschili, verrà permesso di gareggiare con una donna, l'italiana Angela Carini, nonostante esista una evidente, innegabile e incontrovertibile sproporzione tra i due, disponendo il primo della forza e della potenza fisica di un maschio e la seconda della forza e della potenza di una femmina, che è scientificamente inferiore. Una competizione, quindi, che non avverrà ad armi pari e che mette in seria difficoltà la nostra Angela Carini, la quale dovrà parare i colpi di un uomo e rispondere. E le femministe di sinistra se ne stanno mute. La ragione? È logica: ancora una volta si è innescato il tipico cortocircuito progressista, difficile da risolvere.
Da un lato, c'è la pretesa di riconoscere che l'unica identità di genere valida sia quella che l'individuo sceglie e percepisce di sé, a prescindere dal sesso con il quale viene al mondo; dall'altro, c'è la battaglia contro la violenza sulle donne. Sembra che per i radical-chic questa possa essere tollerata se a compierla è un maschio che si crede e si dichiara femmina.Le Olimpiadi non sono mai state tanto folkloristiche.
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