Strage di famiglia sulle piste da sci

Strage di famiglia sulle piste da sci

VicenzaL’Opel Meriva era coperta dalla neve caduta nella notte e aveva un finestrino rotto. Per questo i primi sciatori della mattina arrivati in località Campomulo, a Gallio, nell’altopiano di Asiago (Vicenza), si sono incuriositi e hanno dato un’occhiata all’interno, scoprendo una scena da incubo. Due corpi coperti di sangue sui sedili anteriori, un altro sul sedile posteriore con la pistola ancora stretta dal pugno ghiacciato dalla morte e dal gelo. Sergio Colella, 48 anni, aveva sparato l’ultimo colpo contro se stesso, dopo aver fatto fuoco contro la moglie, Rosa Finco, 54 anni, e il figlio quattordicenne Alessandro.
È stato proprio da quella pistola in pugno che si è capito subito quel che era successo. Colella, luogotenente della Guardia di finanza in congedo per malattia, originario di San Salvatore Telesino (Benevento), era riuscito, nella serata di mercoledì, a convincere la moglie a fare un giro a Campomulo, un luogo isolato, probabilmente per vedere la stellata resa fluorescente dalle temperature polari. E mentre moglie e figlio erano distratti dal panorama, Colella ha sparato due colpi in rapida successione e da distanza ravvicinata. Poi si è ucciso.
«Io ho conosciuto la sofferenza, non voglio che mia moglie e mio figlio la conoscano allo stesso modo». Il biglietto lasciato da Colella lascia pochi dubbi sulle motivazioni del gesto. Da tre anni il luogotenente della Guardia di Finanza di Vicenza soffriva di una grave forma di tumore. E proprio per la chemioterapia a cui doveva sottoporsi con regolarità, lui risiedeva a Vicenza e saliva in altopiano quando poteva per trovare la moglie Rosa, che a Gallio gestiva un’agenzia immobiliare, e il figlio Alessandro, che frequentava il primo anno di liceo scientifico ad Asiago.
«Era un collega estremamente preparato e capace - ricorda il colonnello delle Fiamme gialle di Vicenza, Antonio Morelli - e il suo congedo per motivi di salute era per me motivo di tristezza».
A Gallio, dove vivono tutti i parenti di Rosa Finco, la famiglia Colella è ricordata come esempio di unità e armonia. Il sindaco del paese, Pino Rossi, sconvolto dalla tragedia, dice che nulla lasciava presagire un simile epilogo. Il male terribile che stava avanzando, però, evidentemente ha finito col ghermire anche la mente di Colella. Le chemio, a cui era sottoposto con frequenza il finanziere, lo stava indebolendo sempre di più. E l’altra sera, assalito dallo sconforto, è partito da casa con una pistola calibro nove ed è salito in altopiano. Il suo folle piano, ormai, era già stato attivato. Quello doveva essere il suo ultimo viaggio.

E siccome si considerava un tutt’uno con quella famiglia, il viaggio comprendeva moglie e figlio. Che non sospettavano certo queste intenzioni quando sono saliti in auto alla ricerca di quei momenti di serenità che la malattia aveva reso sempre più rari. Una malattia che, alla fine, si è portata via tutto.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica