Studenti, scontri a Cadorna "E questo è solo l’inizio"

Gli universitari cercano di bloccare i binari alla stazione Fermati dalle forze dell’ordine: una decina i feriti

Studenti, scontri a Cadorna "E questo è solo l’inizio"

Sei feriti. Ecco il risultato degli scontri con polizia e carabinieri. Gli studenti sono contenti così, con i loro lividi annunciati, frutto «della lotta per la libertà della scuola». Medaglie da mostrare ai compagni: «La pula ha usato i manganelli. Ma noi non ci fermeremo». Proprio non ce la fanno gli universitari. Si riuniscono per un’assemblea e dopo pochi minuti si trovano a manifestare. Il grido dell’occupazione è troppo forte per non essere ascoltato, per non alzare la mano quando viene messo ai voti «chi è d’accordo con un corteo oggi stesso?». Un invito a nozze per chi, alle otto del mattino, si è presentato agli stati generali all’università Statale già armato di fumogeni e striscioni.
E così, via, in marcia, quasi in duemila, da via Festa del Perdono a piazza Duomo. Per continuare, con cori di protesta anti Gelmini, verso la stazione Cadorna. Missione: bloccare i binari. Come se fermare la circolazione dei treni servisse anche a fermare l’approvazione del decreto di riforma della scuola. Manifestano per la democrazia. «Sarà - commenta un pendolare - intanto la loro democrazia fa perdere il treno a noi». Gli studenti vengono bloccati dai cordoni delle forze dell’ordine e «si limitano» a un sit-in in piazza. Sono in centinaia e riescono a mandare in tilt il traffico. Qualche scontro c’è, qualche manganellata, provocata in tutti i modi, vola. Tutto da copione. «Da parte nostra - specificano le forze dell’ordine - solo azione di contenimento». «È solo l’inizio - gridano i ragazzi dei collettivi -. Bloccheremo tutta la città». E sul loro sito sfoderano anche l’immagine della pantera nera. Proprio come i loro genitori facevano, più artigianalmente, con i cartelloni nei picchetti guidati da Mario Capanna. Dopo gli scontri, i ragazzi tornano alla base a leccarsi le ferite e a proseguire la loro azione di protesta. La giornata continua con un’assemblea spontanea «partecipatissima, determinatissima». Si organizzano incontri, blocchi «diffusi e selvaggi» spalmati nell’arco della settimana. E soprattutto si inizia a pianificare la mobilitazione prevista per il 3 novembre al Politecnico, quando Mariastella Gelmini prenderà parte all’inaugurazione dell’anno accademico. «Saremo incontrollabili» annunciano fin d’ora gli studenti. Il calendario è fitto di appuntamenti, già a partire da oggi. Sono previste un’assemblea al Politecnico alle 12, una alle 12.30 presso la facoltà di Mediazione a Sesto San Giovanni e, alla stessa ora, una a Scienze politiche. Gli studenti di Brera si ritroveranno invece alle 12 per decidere con i professori il calendario delle lezioni all’esterno che si terranno tra piazza Duomo, la galleria Vittorio Emanuele e la Pinacoteca.
A quanto si legge sui comunicati della rete, organizzatissima, dei collettivi, tutto questo è solo un assaggio. La vera stagione «calda» prenderà il via dopo l’approvazione del decreto Gelmini. Ora gli studenti bloccano sporadicamente il traffico, dopo la riforma bloccheranno totalmente le lezioni: sia alle superiori sia all’università con occupazioni e autogestioni.


Durissime la parole dell’assessore lombardo ai Giovani, Pier Gianni Prosperini: «Non sono studenti, sono animali. è un movimento del tutto strumentalizzato. Cinque in condotta per quelli al liceo ed espulsione per gli universitari».

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