Lo studio Le scelte dei consumatori sempre più oculate in tempi di crisi

Non è una novità che per difendersi dalla crisi economica vengano effettuati non solo tagli netti sui consumi superflui, ma si cerchi di risparmiare anche su quelli fondamentali. In particolare, riguardo ai consumi alimentari si mettono da parte i grandi marchi industriali a vantaggio di quelli dei distributori, si lasciano sugli scaffali dei supermercati cibi biologici, piatti pronti e prodotti prelavorati e si punta decisamente sui prodotti di base.
Diminuiti in termini reali dell’1% nel 2008, i consumi delle famiglie si contraggono, secondo i recenti dati Istat, del 2,6% in termini tendenziali per l’anno in corso, pur sorretti dal miglioramento del potere d’acquisto dovuto alla riduzione dei tassi d’interesse e dei prezzi delle materie prime.
Alla contrazione della spesa delle famiglie per i beni non durevoli si è affiancata quella della spesa per consumi durevoli. La diminuzione del Prodotto interno lordo è quantificata nella relazione annuale della Banca d’Italia all’1% per il 2008; un’ulteriore diminuzione dell’1,2% viene registrata nel primo trimestre del 2009.
Questi dati indicano chiaramente l’entità della crisi che stiamo vivendo e la contrazione dei consumi delle famiglie ne conferma la straordinarietà. Sei italiani su dieci temono un peggioramento della propria situazione economica e oltre la metà il ridimensionamento della propria qualità di vita.
La riflessione sulle cause e le caratteristiche della contrazione dei consumi in rapporto alla crisi economica è stata al centro della conferenza «Consumi e consumatori dentro la crisi economica. E dopo?» organizzata a Palazzo Valentini dall’assessorato alle Politiche del personale, tutela del consumatore e lotta all’usura della Provincia di Roma in collaborazione con l’università Roma Tre, dipartimento di Economia.
L’individuazione delle condizioni economiche, sociali e istituzionali per un rilancio dei consumi è apparsa essenziale per uscire dalla crisi, dal momento che durante l’anno in corso perdura e si approfondisce la tendenza negativa della spesa reale, con una contrazione da parte delle famiglie pari all’1,4%. Una speranza è che nel 2010 si possa avere una reazione relativamente vivace dalla componente più garantita dell’occupazione, quella dei dipendenti della pubblica amministrazione in grado di assicurare una parziale tenuta dei consumi, la cui flessione sarebbe stata, altrimenti, più accentuata. Da non trascurare anche agli effetti di stimolo di alcune delle misure intraprese dal governo, come social-card e rottamazione auto, senza le quali il trend dei consumi sconterebbe una riduzione in termini reali assai più pesante.
Questa ampia e diversificata riflessione scientifica congiunta sulle situazioni di crisi a livello globale e locale è stata introdotta dal presidente Zingaretti, per il quale «viviamo in un tempo, complice la crisi economica, che induce a trovare interlocutori singoli, insufficienti a dare risposte globali. Noi, al contrario - ha precisato - tentiamo di offrire come referente un’amministrazione nella sua globalità».


Riguardo al “dopo”, come recitava il titolo dell’incontro, «la Provincia - ha detto l’assessore Serena Visintin - guarda al futuro con preoccupazione e serietà, lavorando a difesa dei cittadini e per il rilancio dei consumi consapevoli. Nei nostri sportelli a difesa del cittadino consumatore si può trovare assistenza da parte delle associazioni dei consumatori e delle istituzioni».

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