Stupro: arrestato il «padre della genetica»

William French Anderson è stato condannato a 14 anni di carcere per molestie sessuali su una ragzzina di dieci anni

William French Anderson, lo scienziato considerato il padre della terapia genetica, trascorrerà i prossimi 14 anni della sua vita in carcere per molestie sessuali ai danni di una minorenne. Quando il tribunale di Los Angeles ha letto la sentenza, il professore settantunenne, che nel 2003 insieme ad altri tre scienziati portò a termine dopo 13 anni di ricerche il completamento della sequenza del genoma umano, non ha mostrato nessuna reazione. Si è limitato tenere alta la testa e incrociare gli occhi della moglie, un noto chirurgo.
Le prime accuse contro il luminare della genetica risalgono all’agosto scorso, quando era stato riconosciuto colpevole di aver abusato per diversi anni della figlia di una coppia di immigrati cinesi. Le violenze sarebbero cominciate una domenica mattina del 1997 quando la vittima aveva appena dieci anni. Gli episodi sarebbero andati avanti per i successivi quattro anni, fino al 2001. Anderson conobbe la ragazzina quando la madre cominciò a lavorare per lui alla facoltà di medicina dell’Università della California meridionale. Secondo l’accusa, il professore avrebbe compiuto atti di libidine mentre le impartiva lezioni di karaté nella sua casa. Anderson, che nel frattempo esercitava anche come pediatra, avrebbe anche sottoposto la ragazza a particolari «visite mediche».
Una vicenda che, per gli avvocati dello scienziato, sarebbe, tuttavia, solo una grande montatura mediatica. Secondo i legali, infatti, i familiari della ragazza avrebbero invece tentato di ricattare il ricercatore e in particolare la madre avrebbe voluto sfruttare lo scandalo per sostituire il professore alla cattedra dell’Università. L'unico torto di Anderson, hanno sostenuto gli avvocati, sarebbe stato quello di cercare di stimolarla a far bene a scuola. Anche lo scienziato, che nel 1995 arrivò a un passo dall'essere nominato «Persona dell'anno» dalla rivista Time per le sue scoperte in campo medico, ha respinto con forza le accuse. La difesa ha anche avanzato la richiesta di non imprigionare Anderson per permettergli di proseguire il suo lavoro di ricerca scientifica. Una motivazione non ritenuta sufficientemente valida, visto il giudice ha comunque deciso per il carcere. Ma il vero colpo di scena nella vicenda è avvenuto nell’aula di tribunale, proprio nel giorno della sentenza due giorni fa a Los Angeles.

Si presentata in aula la vittima, oggi maggiorenne: «Tre anni fa volevo uccidermi - ha raccontato - perchè non potevo più vivere con tutta quella sofferenza addosso. Lui ha distrutto il mio mondo, per soddisfare i suoi piaceri perversi».
Il professore, era già finito nei guai, con l’accusa di abusi sessuali nei confronti di un ragazzino tra il 1983 e il 1985.

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