Si respira già odore di olio canforato e aria di adrenalina al Palasharp, dove tutto è pronto per la 14ª edizione di Oktagon di domani sera. Ancora una volta il circo mondiale degli sport da combattimento fa tappa a Milano, ormai da anni sede fissa di uno dei tornei di kick boxing che in tutta Europa valgono come accesso alla fase finale del circuito mondiale "K1 World Max" e alla serata conclusiva del prossimo ottobre a Tokyo.
Le regole di Oktagon seguono lo stile del circuito K1: si tratta di una serie di incontri a eliminazione diretta che vedono protagonisti, tra le sedici corde, atleti che si confrontano utilizzando varie tecniche di combattimento (pugni, calci e ginocchiate) su tutto il corpo. Per vederli sono attesi oltre diecimila appassionati, numero al quale bisogna aggiungere i telespettatori che assisteranno all'evento in diretta tv nazionale e internazionale (sette le emittenti estere collegate). Tutta questa attenzione perché il programma è di tutto rispetto, con undici spettacolari incontri tra i quali due match eccezionali con in palio un titolo mondiale di kick boxing.
Uno di questi è la sfida che vedrà la milanese Silvia la Notte opposta alla olandese Linda Ooms per la vacante cintura di campionessa del mondo. «Sarà un gran bel match, consiglio a tutti di venire a vederlo perché ci sarà da divertirsi», assicura Silvia, 26enne tuttofare che si districa tra la professione di personal trainer, gli studi in scienze motorie («sono al primo anno fuori corso») e una carriera negli sport da combattimento che la sta proiettando talmente in alto da avere un suo fan club: «Dopo la vittoria nel World Queen Tournament dell'anno scorso in Giappone, lì sono diventata un'atleta famosa».
Non solo in Oriente però, perché Silvia ha da poco scoperto di godere di una certa celebrità anche in Italia: «Ho aperto un account su Facebook e, da allora, centinaia di appassionati mi contattano per farmi i complimenti. Mi viene da ridere al pensiero che per me arriveranno a Milano pullman anche dalla Sicilia, ma non vedo l'ora che sia sabato sera per vedere finalmente che effetto fa avere tanta gente tifare per me. Anche perché in tanti anni di attività non mi è quasi mai capitato di combattere nella mia città».
E questo è ancora niente, figurarsi cosa dovesse succedere se domenica mattina Silvia dovesse risvegliarsi con al fianco la cintura di campionessa del mondo: «Vincendo questo titolo si aprirebbero un'infinità di porte, ma non so come farei a incastrare tutti gli impegni che già ho in corso. Oltre al lavoro da personal trainer e agli allenamenti, negli ultimi mesi sono molto occupata a insegnare i rudimenti della kick boxing nelle scuole superiori come ora alternativa a quella dell'educazione fisica tradizionale. È un progetto che mi tiene occupata per dodici ore alla settimana».
Avvicinare gli studenti agli sport da ring è un'occupazione piacevole, ma per questo Silvia ha dovuto diradare i suoi impegni con il pugilato, sport che l'ha vista vincere diverse medaglie internazionali con la maglia dell'Italia: «Faccio parte della Nazionale azzurra, ma purtroppo non ho più tempo per partecipare ai raduni programmati dal ct. Per questo, anche se a malincuore, avevo pensato di lasciar perdere, ma ora che le porte di Londra 2012 sono spalancate anche per il pugilato femminile non ho alcuna intenzione di abbandonare il sogno olimpico».
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