È subito scontro in Consiglio tra maggioranza e opposizione

Non è mancata la chiusura polemica. Ma in fondo un po’ di sale nella coda c’era quasi da aspettarselo, specie considerando l’eccezionalità dell’evento: l’apertura del primo consiglio comunale capitolino con una maggioranza di centrodestra nella storia della Repubblica. Così la controversia è scoppiata nel finale, quando il neopresidente dell’aula Giulio Cesare, Marco Pomarici - i suoi vice saranno Samuele Piccolo (Pdl) e Mirko Coratti (Pd), i segretari Luca Gramazio (Pdl) e Gianfranco Zambelli (Pd) - ha deciso di chiudere la seduta alle ore 14 come previsto nonostante la richiesta, giunta dal capogruppo del Pdl Dario Rossin, di prorogarla di tre ore per consentire le repliche.
Una scelta che ha scatenato la protesta dell’opposizione di centrosinistra che chiedeva la messa ai voti della proposta. Una protesta rumorosa, con Athos De Luca che gridava «buffoni, buffoni» alla maggioranza e Andrea “Tarzan” Alzetta (quello che «occupare le case è un reato? Ma Tarzan lo fa») che mandava rumorosamente a quel paese lo stesso Pomarici. «Erano le 14.04 e non abbiamo avuto la facoltà di votare la proposta di proroga perché l’orario del consiglio era terminato», ha spiegato quest’ultimo.
«Quella di oggi (ieri, ndr) è una pagina nera per il consiglio comunale - ribatteva il capogruppo del Pd Umberto Marroni - perché è stato impedito all’opposizione di parlare, cosa mai avvenuta prima. Scriveremo al prefetto Mosca per verificare la corretta applicazione del regolamento». Regolamento che tuttavia secondo lo stesso Alemanno «Pomarici avrebbe rispettato alla lettera».
E pensare che prima del finale thrilling c’era stato il classico clima da primo giorno di scuola: l’aula Giulio Cesare gremita di amici e parenti (illustri e non), l’ex sfidante Francesco Rutelli che stringe la mano ad Alemanno, il leader de “La Destra” Francesco Storace e il consigliere del Pdl Federico Guidi che si litigano amichevolmente lo scranno che fu di Tony Augello.
In prima fila, tra il pubblico, tutte le donne del nuovo sindaco: la moglie Isabella Rauti con accanto il figlio Manfredi, la sorella Gabriella e la mamma Teresa («vedo tanto entusiasmo intorno a Gianni»). La seduta si apre poco dopo le 10 con l’appello dei (sessanta) consiglieri presenti e il collega “anziano”, ovvero più votato, Samuele Piccolo a presiedere l’assemblea.
Composti nei propri banchi tutti gli assessori e il primo cittadino. Dino Gasperini dell’Udc prende il posto del dimissionario Luciano Ciocchetti. Quindi le votazioni per l’elezione degli uffici di presidenza, con “Tarzan” che alza il pugno sinistro chiuso invece della mano. A salutare l’esordio di Alzetta in Consiglio anche il leader di Action, Nunzio D’Erme.
«Sono un consigliere transgender - scherza con i cronisti Storace - Non so se sto con la maggioranza o con l’opposizione». La ricreazione finisce alle 12.50: Gianni Alemanno «giura di osservare lealmente la costituzione italiana».
Ad accompagnarlo, fuori, i rintocchi della Patarina, la campana del Palazzo Senatorio.

Non suonava da 15 anni, spiegava l’entourage del sindaco, «Rutelli e Veltroni non avevano voluto seguire la tradizione». Ma ieri, in Campidoglio, a parte la ripresa del rito della Patarina, di tradizionale sembrava esserci davvero poco.

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