Roma - La statistica fotografa una situazione complessa dai risvolti preoccupanti. Una situazione socio-economica di fronte alla quale la classe politica deve prestare la massima attenzione per evitare un aggravamento che potrebbe essere deleterio. Stiamo parlando dei problemi economici del Sud Italia. Un dato su tutti: una famiglia meridionale su cinque non ha i soldi per andare dal medico e una su cinque non si può permettere di pagare il riscaldamento. È quanto rivela il rapporto Svimez sull’economia del Mezzogiorno 2010. Secondo la Svimez, nel 2008 nel 30% delle famiglie al Sud sono mancati i soldi per i vestiti e nel 16,7% dei casi si sono pagate in ritardo le bollette. Otto famiglie su 100 hanno rinunciato ad alimentari necessari, il 21% non ha avuto soldi per il riscaldamento (27,5% in Sicilia) e il 20% per andare dal medico (in Sicilia e Campania circa il 25%).
Crisi, persi 100mila occupati La crisi del 2008-2009 si è abbattuta come una scure sull’occupazione nel meridione: nel corso del biennio, infatti, l’industria del Mezzogiorno ha perso più di 100mila occupati (-12%). La perdita di occupazione registrata per effetto della crisi economica, ha spiegato il direttore della Svimez, Riccardo Padovani, è di estrema gravità nel comparto industriale italiano. In particolare, la riduzione della manodopera industriale nel Mezzogiorno "sta assumendo dimensioni mai sperimentate": nel corso del 2009, ha sottolineato Padovani, si sono persi 61mila posti di lavoro dell’industria in senso stretto (-7% a fronte del -3,7% nel centro-nord).
Il rischio povertà Quasi un meridionale su tre è a rischio povertà a causa di un reddito troppo basso, contro 1 su 10 al Centro-Nord. È il verdetto enunciato dalla Svimez, secondo cui, in valori assoluti, al Sud, si tratta di 6 milioni 838mila persone, fra cui 889mila lavoratori dipendenti e 760mila pensionati. Secondo il rapporto, il 14% delle famiglie meridionali vive con meno di 1.000 euro al mese, un dato quasi tre volte superiore all’altra ripartizione (5,5%). Ed è da considerare che nel 47% delle famiglie meridionali vi è un unico stipendio, fetta che passa addirittura al 54% nel caso della Sicilia. Hanno inoltre a carico tre o più familiari il 12% delle famiglie meridionali, un dato quattro volte superiore al Centro-Nord (3,7%), che arriva al 16,5% in Campania. Ma il rischio povertà, secondo la Svimez, resta anche con due stipendi. Nel 2008, inoltre, è arrivata con difficoltà a fine mese oltre una famiglia su 4 (25,9%), contro il 13,2% del Centro-Nord.
Napolitano: modificare gli interventi di sviluppo Risultati delle politiche del passato "insufficienti", presenza di "significative inefficenze" che rendono "necessario un ripensamento e possono anche spingere a una profonda modifica delle modalità e dello stesso impianto strategico degli interventi di sviluppo". È questo uno dei passaggi del messaggio inviato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano alla Svimez in occasione della presentazione del suo rapporto. La crisi, scrive Napolitano, "che ha colpito tutte le aree del Paese non ha risparmiato le situazioni già di profonda difficoltà del mezzogiorno che rischiano di risultarne aggravate anche in prospettiva".
Ridurre gli effetti della crisi Continua il Capo dello Stato: "L’obiettivo di ridurre gli effetti della crisi finanziaria nel breve periodo è divenuto prioritario; in presenza di un ineludibile vincolo di contenimento del disavanzo pubblico si è operato uno spostamento di risorse di cui hanno sofferto le politiche di sviluppo come è dimostrato dalle ricadute sul quadro strategico nazionale 2007-2013 al quale sono state sottratte ingenti dotazioni e che registra, a metà del periodo di programmazione, gravi ritardi".
Ancora troppe inefficienze Il Presidente della Repubblica parla dunque di risultati insufficienti delle politiche fin qui seguite, la presenza di significative inefficienze, e richiama ad un ripensamento ed a una profonda modifica degli interventi di sviluppo. "Ma è un fatto - osserva - che il mezzogiorno può contribuire, attraverso la piena messa a frutto delle sue risorse, alla ripresa di un più sostenuto e stabile processo di crescita dell’economia e della società italiana fondato anche su una strategia di leale e convinta collaborazione tra le regioni e lo Stato".
Federalismo fiscale Il rapporto Svimez, conclude Napolitano, "offre un apporto importante sia all’analisi degli andamenti più recenti, sia all’approfondimento dei principali
nodi da affrontare come l’attuazione del federalismo fiscale, le politiche di coesione dell’Unione Europea, la qualità dei servizi pubblici, la formazione di accesso al lavoro dei giovani, il ruolo del sistema bancario".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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