Anna Maria Tarantino
Ogni vincitore ha una sua storia. Come si fa a vincere una gara, un concorso, in questi tempi un reality? Ci vuole grinta, determinazione, un lato «oscuro» capace di vincere su qualsiasi previsione. È il caso di Lory Del Santo la brillante show girl entrata nei sogni degli italiani ai tempi di Drive In, tornata alla ribalta grazie alla vittoria sull«Isola dei famosi». Il reality ha fatto emergere una donna nuova, diversa dal ruolo di sex symbol che la rese famosa nella trasmissione. Sullisola, invece, lattrice ha messo a nudo i suoi limiti, le sue debolezze, che si sono poi rivelate la sua vera forza.
Signora Del Santo, da cosa deriva questa nuova ricerca del successo?
«Dalla voglia di rivincita. Ho sempre pensato di non essere stata scoperta completamente, questa occasione è arrivata nel momento giusto, sentivo di voler dimostrare il mio carattere di donna, non solo quello di show girl che il pubblico conosceva. È stata per me unopportunità di grande significato che mi ha permesso di essere me stessa fino in fondo, lontana da quella etichetta di donna sexy capace solo di sedurre».
Quale motivo lha spinta a partecipare al reality? Quali sono state le sue paure?
«Il desiderio di confrontarmi con una realtà diversa, di mettermi alla prova nelle relazioni con gli altri, non sono andata sullisola per un fatto di visibilità come è stato per molti. Io sono già un personaggio noto per una serie di vicende. Mi interessava piuttosto rivelare il mio lato più nascosto, mettere in luce la mia tenacia e la mia forza di volontà, caratteristiche che nessuno conosceva di me. Certamente allinizio ho temuto il peggio, essendo una persona molto riservata, schiva, so di risultare fredda e calcolatrice, e questo fa sì che la gente sia portata a evitarti. La paura più forte è stata proprio quella di non superare le prime nomination. I problemi di ordine pratico, invece, non mi hanno mai preoccupata, in quanto ritengo di avere un buon livello di sopportazione; ogni giorno, piuttosto che litigare, maturavo unidea per meglio sopravvivere sullisola».
Cosa le ha creato maggior fastidio, nel vivere di continue rinunce?
«Il fastidio era relativo: cera la consapevolezza che i disagi sarebbero finiti. La cosa più pesante è stata quella di dover resistere agli attacchi umani, alle provocazioni; questo perché ci sono persone che non hanno il senso del rispetto, in questi casi ci vuole molto autocontrollo, diventa necessario far leva sulla propria forza interiore e riuscire ad elevarsi al di sopra del contingente, delle piccole miserie umane».
Sullisola cosa le è mancato di più?
«Laffetto. In quelle circostanze, la morte di uno rappresenta la vita per laltro: si innesca un meccanismo perverso di soprusi a catena. Ognuno vive circondato dalle difficoltà e dalle insidie, in tal modo inevitabilmente si scaricano sugli altri tutte le proprie nevrosi, creando quindi uno stress mentale assoluto».
La sua è stata una vita avventurosa: i ricordi più significativi?
«Come donna, i momenti indelebili sono quelli della nascita dei miei figli.
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