Luca Testoni
Subito una chicca per l'edizione numero 16 di Suoni e Visioni, la rassegna di musica e immagini promossa dall'assessorato alla Cultura della Provincia di Milano, da sempre pronta a documentare eventi e proposte di qualità, spesso e volentieri fuori dai grossi canali commerciali. La serata inaugurale della kermesse diretta dal giornalista Enzo Gentile e da Marco Piccardi porta infatti dopodomani sera al Rolling Stone - per la prima volta in concerto a Milano -, gli americani dell'Oregon Pink Martini.
La «piccola orchestra» composta da una dozzina di musicisti, guidati dalla vocalist China Forbes e dal pianista-compositore Thomas Lauderdale, darà vita a un gradevole cocktail rétro che mescola la passione per il cinema italiano e per le canzoni da film con quella per la musica tradizionale europea e latino-americana e il jazz sofisticato. Campioni riconosciuti di un raffinato e contagioso lounge-jazz, i Pink Martini proveranno a ricreare le atmosfere delle orchestre anni Trenta.
La vocazione della manifestazione a documentare il rapporto musica-immagini sarà subito evidenziata dal concerto dei Tuxedomoon, in programma lunedì prossimo al Teatro Ciak. La cult band californiana, che dalla fine degli anni Settanta ruota attorno a Steven Brown (piano, sax e voce) e Blaine L. Reininger (violino, chitarra e voce), seguendo percorsi originali, anche al di fuori dalle codificazioni del rock, si renderà infatti protagonista di uno show elettroacustico impreziosito da proiezioni studiate ad hoc per l'happening meneghino.
La definizione «chitarra onomatopeica» è forse la più felice tra quelle a suo tempo coniate per Adrian Belew, inossidabile musicista e session man di razza, creatore di un paradigma sonoro in album come Remain in light dei Talking Heads o Discipline dei King Crimson. Oggi quei suoni stranianti è possibile ottenerli con gli effetti, e non più con l'abile uso della leva, ma Belew sembra convinto di poter ancora dare un contributo al concetto di «sperimentazione». Il chitarrista statunitense sarà alla testa del suo trio la sera del 3 aprile al Ciak in abbinamento con il quartetto dell'eccentrico connazionale Eugene Chadbourne, una sorta di genio situazionista del suono, autentico agitatore culturale che ha fatto della chitarra (ma anche del banjo e del dobro) un trampolino di lancio, spesso nel segno di un'improvvisazione di confine e a tutto campo.
A seguire, doppia opzione sul fronte etnico: Mariza, la nuova voce del fado portoghese, è attesa al Dal Verme il 7 aprile, mentre il 4 maggio al Teatro Nazionale sarà la volta del pop contaminato del sudafricano Johnny Clegg.
Il connubio musica-cinema farà infine da asse portante per gli ultimi due eventi.
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