La Superba si smarrisce sotto il segno che penetra gli umori della città

Galleria che porta scritti nel suo dna i nomi dei più grandi artisti del contemporaneo. E quindi galleria che per natura e vocazione continua a guardare oltre, verso il domani. Che oggi si chiama Federico Romero Bayter: è a questo giovanissimo artista che la galleria Roberto Rotta Farinelli, nella storica sede di via XX Settembre 181 rosso, dedica una nuova mostra personale con inaugurazione oggi (fino al 28 marzo 2009). Nuova perché «Disegni e pitture» giunge a tre anni dalla prima esposizione con la quale Roberto Rotta scommetteva sul futuro dell'artista che a breve, infatti, avrebbe vinto il premio Ghiggini Arte Giovane. Nato in Colombia dove il nonno insegnava all'Accademia di Belle Arti, si è formato tra Genova e Milano. E se sotto i cieli meneghini ha calcato le aule di Brera, sono stati soprattutto gli orizzonti della Superba a entrare con prepotenza nei suoi lavori. O meglio, il contrario: è il segno di Bayter a penetrare senza indugi gli umori di una città che nelle sue mani va in prima battuta smarrendosi. Per poi ritrovarsi distillata rarefatta trascesa in quella sua essenza che spesso dimentica o stenta a vedere. Perché di questo si tratta: di vedere attraverso un segno che è spazio prima di materia, identità che si ritesse nel filo scaltro della memoria e di quel movimento immobile che è il farsi dei giorni. Racconto dolcissimo ma lucido che diventa epifania in uno sguardo dall'alto, spesso a volo d'uccello, su cui il disegno che è già pittura e la pittura che è già disegno prendono corpo, atto e dunque vita. Il segno scompone riordina dispone cattedrali di pietra, intonaco e metallo su cieli che hanno il loro stesso peso. Cieli tra l'avorio e il piombo, che congelano i suoni sordi di una città che nelle sue carni inerti o meccaniche trova le proprie ragioni. Genova, certo: con i suoi coraggiosi tracciati che strappano rotte tra i monti e il mare e il titanismo dei suoi cantieri. Ma anche Mosca e New York perché è la natura antropizzata il campo d'indagine e sfida di Bayter, viaggiatore insonne padrone di una pittura che non teme di essere tale e dimostra di saper ancora nascere e rinascere.

Facendo anche tesoro delle sue glorie - nello specifico di Guardi, Canaletto, Tintoretto e Tobey, Giacometti, Papetti - per poi guardare oltre. Così la pittura di Bayter, che catapulta in una dimensione ove il reale decanta nel suo autentico. Nell'apnea tra lo spazio e il segno nell'interstizio denso dell'esserci.

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