Supercasa a costo zero Il colpo di fortuna del ministro Melandri

Vive in un appartamento di 250 metri quadrati al Gianicolo. Non paga affitto, è in comodato. Il proprietario: «Segno di amicizia»

Claudia Passa

da Roma

Chi non vorrebbe in comodato un appartamento di 250 metri quadrati a due passi dal Cupolone? C’è chi può. Il ministro Giovanna Melandri, ad esempio. Alloggiata con la sua famiglia in un villino bifamiliare al Gianicolo. Duecentocinquanta metri quadri articolati in sei vani e tre servizi, come è specificato nero su bianco nella copia della richiesta di regolarizzazione, datata febbraio 2005, trovata addosso all’aspirante «tata» moldava di casa Melandri, trasferita, perché clandestina, nel cpt di Ponte Galeria in attesa d’essere rispedita in patria.
A specificare la tipologia di utilizzo dell’immobile è la stessa esponente Ds. Nella prima richiesta di regolarizzazione, il neoministro spiega che in caso di buon esito della pratica la collaboratrice domestica avrebbe alloggiato presso «l’immobile da me occupato a titolo di comodato», con la parola «comodato» vergata a penna dopo aver cancellato le opzioni «proprietà» e «locazione». E a confermare al Giornale la circostanza è lo stesso proprietario dell’immobile, Alessandro Orlandi. «Conosco Giovanna da quando aveva diciannove anni – racconta -; ma in realtà il comodato è cominciato alla fine degli anni ’90 per iniziativa di mio padre che era diventato amico di Marco, il compagno della Melandri. Nel frattempo papà è venuto a mancare, ma io ho mantenuto il comodato perché con loro c’è un rapporto di amicizia. Solo che dopo la morte di mio padre Giovanna e la sua famiglia si sono spostati dal piano di sopra al piano di sotto».
Averceli, amici così. Specie nella capitale afflitta da un’emergenza abitativa senza precedenti, dove «scalare» una lista d’attesa per una casa popolare ai meno abbienti appare sempre più un’irraggiungibile chimera, dove no global e affini occupano abusivamente immobili a ogni spron battuto. «Mio padre abitava nell’altro appartamento del villino - spiega Orlandi con gentilezza -, e abbiamo sempre preferito vivere accanto a persone fidate piuttosto che a sconosciuti. Prima ancora c’erano altri amici, sempre in comodato. Ma a differenza di Giovanna e della sua famiglia, non si curavano molto della casa». Poi l’idillio, l’amicizia di vecchia data con il neoministro Ds che si rinsalda («col tempo sono diventato anche amico di Marco», specifica il nostro disponibile interlocutore), e anche se al momento Alessandro abita da un’altra parte, ha in programma di tornare presto al Gianicolo. La politica? «Non c’entra niente - si schermisce Orlandi -. Non voto centrodestra, ma non mi sono mai interessato particolarmente di politica. È una questione di amicizia, tutto qui».
Un’amicizia così generosa chissà in quanti vorrebbero avercela. Ma a questo punto la domanda su Tamara G., la clandestina moldava fermata a Fiumicino, che alla polizia avrebbe indicato casa Melandri come suo domicilio, è d’obbligo. «Di questa vicenda non so dirvi molto - afferma il proprietario dell’appartamento -. Forse l’avrò vista una volta, ma non so dire di più, anche perché è da un po’ che non vado a cena a casa di Giovanna e Marco. Hanno una bambina piccola, e in genere andiamo al ristorante... So che conoscevano questa donna, e che stavano cercando di metterla in regola con i documenti». Questo è difficile che Orlandi non lo sapesse, dal momento che nella richiesta di regolarizzazione del febbraio 2005 sono riportati i suoi dati anagrafici in qualità di proprietario dell’appartamento.

«Ripeto - chiosa -, siamo soltanto amici, e dovendo vivere a stretto contatto con qualcuno è meglio farlo con persone con cui si va d’accordo. E così restiamo. Certo, se Giovanna se ne dovesse andare, prenderei in seria considerazione l’idea di affittare l’appartamento... ».

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