Svastiche nella stiva di un aereo israeliano

S’indaga fra gli addetti al carico merci. Gli investigatori: «Una sfida ai sistemi antiterrorismo della compagnia»

Paola Fucilieri

da Milano

Una serie di piccole e minacciose svastiche, disegnate con il pennarello nero indelebile sul fondo della stiva. È così che, una decina di giorni fa, è cominciato il lavoro degli investigatori della Polaria, insieme ai colleghi della Digos di Varese, all’aeroporto di Malpensa. Tutti a cercare di capire chi, tra gli apparentemente selezionatissimi italiani addetti alle operazioni di carico e scarico dei voli della compagnia di bandiera israeliana El Al, potesse essere l’autore (o gli autori?) delle svastiche naziste trovate nella stiva di uno dei loro apparecchi in sosta a Malpensa. Un fatto allarmante, soprattutto in un periodo come questo: perché, al posto di un disegno, qualcuno avrebbe potuto violare la sicurezza in modo molto più pericoloso e, al posto delle svastiche, lasciare un ordigno.
Il fatto è accaduto il 6 novembre, ma la notizia non è trapelata fino a ieri pomeriggio. Quando, alla Polaria di Malpensa, i funzionari ostentavano tutto il loro stupore dinnanzi al centralino letteralmente preso d’assalto dalle cosiddette telefonate «ministeriali», quelle provenienti dal Dipartimento di pubblica sicurezza. Dove tutti volevano sapere cosa fosse realmente accaduto. «Non era un fatto che doveva essere divulgato» continuavano a ripetersi tra di loro. Ma ormai era andata.
Ma a che cosa è dovuto veramente tutto questo mistero intorno a un simile fatto? A sentire gli investigatori si tratta solo di non voler creare inutili allarmismi in un caso in cui la prudenza deve necessariamente regnare indisturbata. Almeno fino a quando non si raggiungono delle certezze.
«Chissà: forse non è niente di più di una semplicissima provocazione, anche se è presto per dirlo. In ogni caso si tratta di un fatto fastidioso, sgradevole, che non doveva verificarsi. Un episodio che non va preso sottogamba, insomma. In particolare in questo preciso momento storico - ci spiegano gli investigatori della Polaria -. È chiaro che chi ha fatto quelle svastiche ha voluto prendersi gioco, seppure in maniera disdicevole, delle rigidissime misure di sicurezza curate, nei minimi dettagli, dalla stessa compagnia di bandiera israeliana. Che non solo fa sorvegliare i propri aerei durante le soste e le operazioni di carico e scarico costantemente e solo da personale addetto alla sicurezza selezionato dalla stessa El Al, ma che si serve di squadre di operai scelti - più o meno sempre gli stessi, o comunque sottoposti a regolari controlli - mandati a occuparsi delle operazioni a bordo e intorno agli apparecchi».
«Figuratevi gli israeliani, che sono i primi al mondo nel campo della sicurezza e che svolgono controlli scrupolosissimi quando, giunti a Tel Aviv, si sono accorti che sul loro aereo, sottoposto al solito rigido controllo all’arrivo a Malpensa, c’erano addirittura delle svastiche - concludono gli uomini della Polaria -. Certo, il fatto che siano state ritrovate nella stiva, per nostra fortuna, restringe molto la cerchia dei possibili sospetti. Non vogliamo nemmeno immaginare cosa sarebbe accaduto se scritte di quel tenore fossero state trovate, magari, su un sedile passeggeri. Stiamo ancora controllando tutte le persone che si sono avvicinate all’aereo quel giorno, durante la sosta alla Malpensa. Le indagini sono tuttora in corso».

La «El Al Israel Airlines» è stata fondata nel 1949 come Compagnia di bandiera israeliana ed è stata classificata dalla Iata (International air transport association) come una delle tre più efficienti compagnie di trasporto del mondo.

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