«Le tabelle anti-sbronza saranno inutili»

Dina le ha attaccate ieri mattina, «alle sei, appena ho iniziato il turno». E così ora stanno lì, in bella mostra all’entrata del Deseo in Corso Sempione. Sono le tabelle informative per il calcolo del tasso alcolemico che da ieri, per legge, tutti i locali di Milano devono esporre in bella vista. Pena prevista per i disobbedienti: la chiusura da sette a 30 giorni. L’obiettivo: rendere più consapevoli i giovani, responsabilizzandoli. Che tradotto significa: aiutarli a capire quando e come si rischia di superare il limite legale del tasso alcolemico per la guida fissato a 0,5 grammi per litro. Una birra? Due cocktail? «Tutta questione di peso - dice Giuseppe Grasso, titolare del Jazz Cafè, mentre indica le tabelle - ma non credo che i giovani si metteranno a guardarle».
Ultimo giorno utile per mettersi in regola, ieri, e così anche lui in mattinata ha attaccato le tabelle. «Nessuno mi ha detto come fare e allora le ho scaricate dal sito del Ministero». Alcuni le hanno ritirate presso l’Unione del Commercio, come il titolare del Living, che le ha appese solo nel pomeriggio. Altri, invece, si sono arrangiati in modo un po’ casareccio, come il gestore del bar Marilù che ammette: «Ho preso quelle pubblicate sul giornale e le ho fotocopiate». E infine ci sono i ritardatari: «Ma non ci sono proroghe? - chiede il titolare del wine bar Uragano in Ripa di Porta Ticinese - non avevo idea che questo fosse l’ultimo giorno».
Corso Como, stessa movida, zona diversa. «È dall’altro giorno che il mio cellulare continua a squillare - racconta Marco De Padova, presidente dei pubblici esercizi della via e titolare del Dom Caffè -: tutti i miei colleghi continuano a chiedermi che devono fare». Lui addirittura le ha incorniciate le tabelle, in più ha fatto scrivere sui bicchieri «troppo alcol uccide» e fuori dal suo locale si legge su un poster enorme: «Vietato l’ingresso alla droga». «Noi siamo disponibili a fare tutto quello che possiamo per educare i giovani, chiediamo solo di non essere criminalizzati: gli assassini non siamo noi». D’accordo con l’iniziativa anche l’assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna che rilancia: «Mi piacerebbe che i locali milanesi esponessero anche tabelle che indichino gli ingredienti e le proprietà organolettiche dei cibi». Sergio Budel del ristorante Alzaia 26 è uno dei pochi ristoratori che ha deciso di esporre le tabelle: «Non sono riuscito a capire se i ristoranti fossero obbligati a farlo, e allora le ho attaccate, così non sbaglio di sicuro». Servira? «Chi lo sa...mi sembra difficile che le persone si fermino a guardarle». «Io così piccole neppure riesco a leggerle - scherza Enrico Tartaglione -.

L’unico modo per cambiare la mentalità dei giovani è inasprire i controlli». L’etilometro? «I ragazzi ci giocano - conclude De Padova - fanno a gara per vedere chi ha bevuto di più, non certo per stabilire chi non può mettersi alla guida».

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