Tajani: imprese italiane del cinema poco presenti a Bruxelles

All'incontro, che si è svolto nella sede della Commissione Ue a Roma, hanno partecipato produttori, distributori, associazioni di categoria e istituzioni interessate.

Le industrie cinematografiche italiane devono essere più presenti in Europa, con progetti di qualità che ottengano i fondi comunitari.
Suona un po' come un rimprovero quello fatto dal vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, a i distributori e produttori del cinema nell'incontro che si è tenuto ieri a Roma.
«Il sistema-Italia - ha detto- deve rapportarsi di più con Bruxelles. Ci deve essere da parte delle imprese meno approssimazione, una frequentazione non occasionale. In altre parole gli imprenditori devono avere con i direttori generali di Bruxelles gli stessi rapporti che hanno con i direttori generali dei ministeri, altrimenti l'Italia rischia di essere marginale, con un danno per il nostro Paese ma anche per l'Europa tutta».
La capitale belga, ha aggiunto Tajani, «deve diventare importante quanto Roma per le imprese». Oggi non è così e gli effetti negativi si vedono.
Come mai, ha chiesto il numero due della Commissione Ue, l'industria cinematografica italiana pur essendo «un campione nella squadra europea» non ottiene frutti proporzionali alle sue capacità? Come mai è quella che presenta più progetti ma raccoglie meno frutti?
La risposta, per Tajani, è chiara: troppa approssimazione, scarsa organizzazione e una frequentazione discontinua degli uffici di Bruxelles.
Per ottenere i fondi Ue, invece, non solo bisogna presentare «progetti buoni e competitivi», ma occorre anche « essere presenti a Bruxelles con un'azione costante di qualità e una capacità organizzativa».
Insomma, ha raccomandato Tajani, per gli imprenditori italiani «devono esserci due capitali: Roma e Bruxelles perchè occorre essere sempre attenti ed informati. Un interesse generico non produce effetti».
Il comportamento attuale dell'Italia è svantaggioso anche per l'Europa, per il vicepresidente della Commissione Ue: «É come se ad una squadra mancassero giocatori come Del Piero e Totti . E una squadra a 27 come l'Europa non può fare a meno di un giocatore come l'Italia, che è così rilevante nell'industria cinematografica».
Tajani ha anche spiegato di aver ricevuto idee e proposte dai rappresentanti del settore, sottolineando allo stesso tempo che «non sono stati richiesti finanziamenti a pioggia».
E ha aggiunto: «Se vogliamo crescere in Europa dobbiamo puntare ad una terza rivoluzione industriale. E l'industria creativa può essere una protagonista di questa rivoluzione. Come Commissione europea vogliamo che l'Italia faccia di più».
Una buona strategia, in questo senso, è quella di invogliare i produttori extra Ue a far girare i film nelle location europee, che sono uniche per bellezza e storia. «Dal punto di vista della politica industriale - ha sottolineato Tajani- attrarre le produzione nell'Ue è una cosa buona».
All'incontro, che si è svolto nella sede della Commissione Ue a Roma, hanno partecipato produttori, distributori, associazioni di categoria e istituzioni interessate.


Fra questi, il direttore generale per il cinema del Mibac, Nicola Borrelli, il presidente e ad di Medusa Film, Giampaolo Letta, l'ad di Rai Cinema, Paolo del Brocco, il presidente dei produttori e quello dei distributori dell'Anica, Angelo Barbagallo e Richard Borg, il presidente di Cinecittà Studios, Luigi Abete.

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